Il Papa ai prefetti d'Italia: la funzione pubblica va esercitata con dignità e nell'attenzione
ai più deboli
Grande dignità e vivo senso di responsabilità: questo richiede l’esercizio della funzione
pubblica secondo le parole del Papa nell’incontro con i prefetti d’Italia guidati
dal ministro degli Interni Roberto Maroni. Benedetto XVI chiede che la pubblica amministrazione
sia sempre “al servizio dei cittadini” e che in questa fase di incertezza economica
prevalgano “senso del dovere e prudenza” con una particolare attenzione alle categorie
più deboli. Il servizio di Fausta Speranza.
“Delicato
ruolo istituzionale”: così il Papa definisce l’impegno delle Prefetture. Con riferimento
alle “presenti circostanze di incertezza sociale ed economica” riconosce che l’impegno
si fa “ancora più complesso e più gravoso”. Da qui parole forti di incoraggiamento:
“Non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà e alle incomprensioni,
ma siate sempre pronti a trattare le questioni a voi affidate con grande senso del
dovere e con prudenza, non venendo mai meno all’ossequio alla verità e al coraggio
della difesa dei beni supremi”.
Cita Sant’Ambrogio,
chiamato all’Episcopato dopo “una brillante carriera di funzionario pubblico”: era
solito sottolineare che “l’istituzione del potere civile deriva così bene da Dio che
colui che lo esercita è pure ministro di Dio”. Dunque – dice Benedetto XVI – la funzione
civile assume “un carattere quasi ‘sacro’”. Pertanto – afferma il Papa - “essa richiede
di venire esercitata con grande dignità e con vivo senso di responsabilità”. Il Papa
chiede ai prefetti di “unire autorevolezza e professionalità soprattutto – aggiunge
- nei momenti di tensione e di contrasti”. E poi Benedetto XVI sottolinea l’obiettivo
ultimo di tutti i discorsi intorno a funzione pubblica e amministrazione: essere –
dice - “al servizio della giustizia, della pace, della libertà e del bene comune”:
“Al riguardo, non dimenticate che la pubblica amministrazione, a
qualsiasi livello, quale strumento dello Stato, ha come finalità quella di servire
i cittadini….”
Parla più volte in modo esplicito di cittadini e
di servizio:
“Il ruolo di chi lavora nella pubblica amministrazione
non va concepito come qualcosa di impersonale o burocratico, bensì come un aiuto premuroso
per i cittadini, esercitato con spirito di servizio”.
Per
quanto riguarda l’impegno dei prefetti lo definisce anche “un presidio per le categorie
più deboli”. Dunque disponibilità al servizio è espressione chiave. Anche nell’immaginario
dell’opinione pubblica, sembra dire il Papa quando afferma che “la figura del prefetto
è sempre più percepita dall’opinione pubblica come punto di riferimento territoriale
per la soluzione dei problemi sociali e come istanza di mediazione e di garanzia dei
servizi pubblici essenziali”. Si parla dei bisogni profondi della popolazione e questo
è uno dei punti di incontro tra prefetture e Chiesa, tra istituzioni locali e diocesi.
Un incontro fatto – spiega il Papa – da rapporti di stretta vicinanza e di proficua
cooperazione”, da una “mutua intesa” che il Papa incoraggia “nell’interesse dei cittadini
e del bene comune”. Benedetto XVI ricorda quanto la Chiesa sia “ben radicata ed operante,
in modo capillare, nel territorio italiano”. E ricorda che ricorrono i 150 anni dell’unità
d’Italia. Un territorio dove – dice – sono innumerevoli le testimonianze della presenza
del Cristianesimo”:
“Ovunque, infatti, si possono osservare le tracce
che la fede cristiana ha impresso nel costume del popolo italiano, dando vita a nobili
e radicate tradizioni religiose e culturali e a un patrimonio artistico unico al mondo".
“Rispettosa
delle legittime autonomie e competenze la comunità ecclesiale considera suo preciso
mandato rivolgersi all’uomo in ogni contesto”.