2011-10-11 16:30:25

Persiste la crisi nel nord del Kosovo: media l’Unione europea


La persistente crisi nel nord del Kosovo e le prospettive di ripresa del dialogo fra Belgrado e Pristina sono stati i temi al centro dei colloqui che il mediatore europeo, Robert Cooper, ha avuto oggi a Pristina con la dirigenza kosovara. Il responsabile Ue ha incontrato il capo negoziatore kosovaro, Edita Tahiri, e il premier, Hashim Thaci, ma nulla è trapelato sul contenuto dei colloqui, che proseguiranno domani. La situazione è bloccata per le posizioni diametralmente opposte delle due parti: Belgrado sostiene che il dialogo potrà riprendere solo dopo la soluzione della crisi nel nord, legata ai due posti di frontiera con la Serbia di Jarinje e Brnjak. Crisi che va affrontata in colloqui fra le parti. Pristina, al contrario, afferma che tale questione è un affare interno del Kosovo e non può essere oggetto di negoziato. Nel dialogo, si sottolinea a Pristina, non si possono affrontare tematiche politiche ma solo problemi tecnici e concreti per la vita quotidiana della popolazione. Dal 16 settembre scorso, le due postazioni di frontiera sono bloccate e chiuse al transito per la protesta dei serbi, maggioritari al nord, che contestano la presa di controllo di Jarinje e Brnjak da parte di poliziotti e doganieri kosovari albanesi, appoggiati da Eulex (missione europea) e Kfor (Forza Nato in Kosovo). Da settimane decine di manifestanti presidiano barricate e posti di blocco in corrispondenza delle due postazioni. I serbi del nord, che al pari di Belgrado non riconoscono l'indipendenza del Kosovo, non accettano l'estensione dell'autorità di Pristina a una regione in cui loro costituiscono la grande maggioranza.








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