Combattere la malnutrizione, l'impegno di "Medici senza frontiere"
Cosa è la malnutrizione e quali sono le strategie per combatterla? Da ieri e fino
al 17 ottobre sarà possibile informarsi su questo grave e attuale problema visitando
il Centro nutrizione allestito dall’organizzazione "Medici senza frontiere" nel pieno
centro di Roma. La struttura mira a sensibilizzare i cittadini in occasione della
Giornata mondiale dell’alimentazione. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
Quando il
cibo non basta rischiano la vita 195 milioni di bambini, perché tanti sono i piccoli
che ogni anno vengono colpiti dalla malnutrizione. In prossimità della Giornata mondiale
dell’alimentazione, domenica 16 ottobre, gli operatori di "Medici Senza Frontiere"
si mettono gratuitamente a disposizione dei visitatori per mostrare da vicino cosa
significa oggi la malnutrizione infantile e quali sono le soluzioni a disposizione
per curarla. La struttura di novanta metri quadri, che sorge nei giardini di piazza
Vittorio, nel cuore di Roma, prevede un percorso multimediale con documentari video-fotografici
e un secondo itinerario che illustra le fasi di intervento. Sergio Cecchini,
responsabile della comunicazione di Medici senza frontiere.
R. – In
questo percorso portiamo i visitatori nelle varie fasi del centro nutrizione, dalla
diagnosi dello stato di malnutrizione del bambino al ricovero ospedaliero e poi alla
parte di cura; alla fine, presentiamo questi nuovi cibi terapeutici pronti all’uso:
sacchetti termoresistenti che contengono una sorta di pasta di burro di arachidi,
una sostanza cremosa molto dolce che contiene tutti gli elementi nutrienti di cui
hanno bisogno i bambini per crescere in maniera corretta. Oggi la malnutrizione può
essere sconfitta se su scala internazionale gli aiuti alimentari tradizionali – i
sacchi di farine arricchite – vengono sostituiti con questi cibi terapeutici pronti
all’uso.
D. – Ad oggi, nelle gravi crisi alimentari come quella attuale
del Corno d’Africa, come vengono utilizzati questi alimenti?
R. – Vengono
utilizzati fortunatamente sempre di più. E’ necessario, però – soprattutto là dove
la malnutrizione è endemica, dove può essere prevista, come è il caso del Corno d’Africa,
a seguito di una grave siccità – che questi cibi pronti all’uso vengano distribuiti
in maniera massiccia, non solo per la cura della malnutrizione grave ma anche come
forma di prevenzione: cioè, dare a quei bambini che non sono gravemente malnutriti
ma anche solo moderatamente malnutriti questi cibi terapeutici pronti all’uso per
evitare che cadano in uno stato di malnutrizione grave.
D. – Come è
organizzato il Centro nutrizione di Piazza Vittorio?
R. – E’ strutturato
in tre sale. Al primo ingresso vi sono tre video che mostrano i problemi della malnutrizione
in un contesto abbastanza simbolico, come la Repubblica democratica del Congo, ma
anche come vengono gestiti i programmi di aiuti alimentari, come è il caso degli Stati
Uniti. Poi si entra nelle varie fasi, come quelle che si hanno in un centro nutrizione,
per esempio in Somalia, con tutti gli strumenti che vengono utilizzati sul campo:
quindi con le bilance pesapersone, gli strumenti di misurazione del peso e dell’altezza,
tutti i registri; e si passa nelle varie fasi che caratterizzano un centro nutrizione.
Fino ad arrivare ad assaggiare questi prodotti: noi speriamo che le persone si rendano
conto che oggi una soluzione esiste, è pratica, costa poco per cui non ci sono più
scuse per non combattere efficacemente la malnutrizione. (gf)