2011-10-10 14:54:18

Strage di cristiani copti al Cairo. Il vescovo di Giza: abbiamo il diritto di vivere in pace nel nostro Paese


Una pagina buia nella “primavera” del nuovo Egitto: ieri sera, al Cairo, è finita nel sangue una protesta pacifica dei cristiani copto-ortodossi a difesa dei propri diritti. L’esercito e gruppi estremisti islamici hanno attaccato la folla, causando la morte di 24 persone secondo fonti ufficiali, 36 secondo fonti copte. Intanto, dopo una calma apparente, si registrano ora nuovi scontri tra manifestanti cristiani e forze dell'ordine. Dal canto loro, i vertici militari hanno chiesto al governo un'inchiesta per appurare la responsabilità delle violenze. Per il Patriarca di Alessandria dei copti cattolici, il cardinale Antonios Naguib, dopo questi fatti c’è grande preoccupazione per il futuro del Paese. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

All’indomani della strage dei copti al Cairo, le ricostruzioni dell’accaduto sono ancora incerte e contraddittorie. C’è chi accusa l’esercito, chi gruppi di estremisti islamici. Di certo, purtroppo, c'è il pesante bilancio delle vittime cristiane: 24 morti e oltre 200 feriti, anche se oggi fonti copte parlano addirittura di 36 vittime. La comunità cristiana, che rappresenta il 10 per cento della popolazione, è dunque sempre più sotto attacco nell’Egitto del dopo Mubarak. I copti erano scesi in piazza pacificamente per protestare contro gli attentati degli ultimi giorni a danno di una chiesa nell’Alto Egitto incendiata dagli integralisti islamici, senza che i responsabili fossero consegnati alla giustizia. Significativamente, riferiscono alcune fonti di agenzia, ieri sera al fianco dei copti sono scesi in piazza anche molti musulmani che hanno denunciato la Tv di Stato di aizzare lo scontro interconfessionale. In particolare, cristiani e musulmani si sono raccolti a Piazza Tahrir, simbolo della “primavera araba” per scandire slogan sull’unità degli egiziani senza distinzioni di fede. La situazione è precipitata quando alcuni dimostranti sono stati assaliti violentemente da un gruppo di fanatici islamisti. I cristiani hanno risposto con lancio di sassi e a quel punto l’esercito ha attaccato con armi da fuoco i manifestanti.

Testimoni hanno anche riferito di un veicolo militare che ha schiacciato alcune persone inermi. Secondo alcuni osservatori, le violenze anti-cristiane servirebbero ad aumentare il consenso verso i partiti islamici in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 28 novembre. ''Gli attacchi degli islamisti contro le istituzioni cristiane” e “le dichiarazioni dei salafiti”, ha affermato il cardinale Naguib all’agenzia Sir, “creano molta preoccupazione, perché vogliono tornare a trattare i cristiani come nei periodi più bui dell’Impero ottomano”. “Con le prossime elezioni del Parlamento – ha affermato ancora il Patriarca di Alessandria - la situazione si chiarirà, e speriamo che sarà per il bene del Paese”. Dal canto suo, il grande imam di Al Ahzar, ha chiesto un dialogo d'emergenza fra i responsabili delle comunità musulmana e cristiana, mentre nel pomeriggio si terrà una riunione straordinaria del governo. Il primo ministro Essam Sharaf, ha dichiarato che “la minaccia più grande alla sicurezza della nazione” è “la discordia fra musulmani e cristiani”. Intanto, mentre il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, parla di esodo dei cristiani dall’Egitto, l’Alto rappresentante della Politica Estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, ha affermato che “la libertà di culto è un diritto fondamentale che va rispettato”. Unanime condanna degli attacchi da parte dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea.

Sulla strage del Cairo e le difficoltà per i cristiani nell’Egitto del dopo Mubarak, Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo della diocesi egiziana di Giza, mons. Antonios Aziz Mina:RealAudioMP3

R. - Qualsiasi evento di questo genere non suscita che dolore e pena per tutte le vittime. I cristiani chiedono soltanto di poter vivere pacificamente nel loro Paese. Devo anche dire che, insieme ai dimostranti cristiani, c’erano anche dei musulmani che rivendicavano il diritto dei cristiani di vivere in pace e di vedere le loro chiese protette e non bruciate o distrutte. Purtroppo, questi criminali che hanno distrutto la chiesa non hanno trovato alcuna autorità che abbia impedito loro di compiere un atto del genere o che li abbia giudicati… Quando hanno attaccato la chiesa e l’hanno distrutta, il governo e l’esercito hanno provato a mettere pace tra le parti e a ricostruire la chiesa a spese dell’esercito. Ma questa non è una soluzione! Bisogna fare le cose seguendo il diritto: chi sbaglia, paga…

D. – Ieri al Cairo, le forze dell’ordine, invece di proteggere la minoranza, avrebbero causato queste morti…

R. - Se avessero assunto una posizione contro coloro che hanno distrutto le chiese, non saremmo mai arrivati a tutto questo! Se si lascia fare, senza ordine e senza applicare la legge, si finisce per avere una situazione di persone incontrollabili… Sono arrivati ad uccidere alcuni cristiani, purtroppo: erano innocenti, non avevano fatto nulla di male, non avevano fatto niente se non rivendicare il loro diritto di pace e di proteggere le loro chiese.

D. - La rivoluzione di Piazza Tahrir aveva dato tante speranze: adesso ci sono forse più paure, soprattutto per i cristiani d’Egitto?

R. - Più che paura, ci sono preoccupazioni per il futuro: non sappiamo dove andremo, perché se continuiamo così non c’è né diritto, né giustizia… mentre il primo elemento di uno Stato stabile è proprio quello di poter vivere sotto l’ombrello del diritto! (mg)







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