Giornata mondiale contro la pena di morte: chiesta la fine delle esecuzioni in Bielorussia
In occasione della IX Giornata mondiale contro la pena di morte, le attiviste e gli
attivisti di Amnesty International di ogni parte del mondo si mobilitano oggi per
chiedere la fine delle esecuzioni in Bielorussia, l’unico Paese europeo e dell’ex
Unione sovietica che ancora applica la pena capitale. “La Bielorussia è il solo Paese
in Europa che continua a pretendere di uccidere in nome della giustizia”, afferma
Roseann Rife, esperta di Amnesty International sulla pena di morte. Si ritiene - riporta
l'agenzia Sir - che almeno 400 prigionieri siano stati messi a morte in Bielorussia
dal 1991, ma il numero effettivo delle esecuzioni resta sconosciuto a causa della
segretezza che circonda l’uso della pena di morte nel Paese. I prigionieri vengono
informati solo pochi minuti prima dell’esecuzione, che avviene mediante colpo di proiettile
alla nuca. “La crudeltà della pena capitale in Bielorussia va ben oltre la fase dell’esecuzione.
Le famiglie vengono informate solo settimane o persino mesi dopo - sottolinea Rife
-, i corpi dei prigionieri messi a morte non vengono consegnati e neanche viene reso
noto dove siano stati sepolti”. Nel 2010, Amnesty ha registrato migliaia di esecuzioni
in 23 Paesi. Alla fine dello scorso anno, i condannati a morte in attesa d’esecuzione
erano almeno 17.800. (R.P.)