Elezioni in Polonia: riconfermato il partito del premier Tusk
In Polonia lo scrutinio conferma la vittoria, con oltre il 37% dei voti, del Partito
liberale del premier Donald Tusk nelle elezioni politiche di ieri. Al secondo posto,
con circa il 30% delle preferenze, il Partito conservatore dell’ex premier Jarosław
Kaczyński. Terza forza del Paese è il movimento "Palikot", formazione radicale e anticlericale,
che ha ottenuto il 10% dei consensi. Sull’esito delle consultazioni in Polonia, ascoltiamo
Luigi Geninazzi, esperto di Europa dell'Est, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – E’ la
prima volta dalla caduta del comunismo, cioè negli ultimi 22 anni, che un governo
in Polonia viene riconfermato. E in questi tempi di durissima crisi economica per
tutti i governi europei e, comunque, per le democrazie occidentali – lo ha detto persino
Obama, pochi giorni fa – è difficile la prospettiva di una riconferma. Il governo
polacco, sostenuto soprattutto dalla piattaforma civica della destra moderata, è riuscito
ad ottenere questo grande risultato. E questo soprattutto per un motivo: la Polonia
è l’unico Paese dell’Unione Europea che, praticamente, ha evitato la pesante recessione,
ha evitato il dissesto finanziario della crisi globale. La Polonia ha un tasso di
crescita abbastanza elevato e ha fatto tutto questo, aprendosi alla Germania e ritentando
un disgelo con il nemico tradizionale che è la Russia, all’insegna della moderazione.
D.
– Un altro dato che fa riflettere è il risultato del movimento "Palikot", formazione
radicale e anticlericale che ha ottenuto il 10% dei voti. Come spiegare questo dato?
R.
– Io lo spiegherei con due tipi di ragioni: la prima è che la Polonia, Paese stabile,
che fa eccezione in tutta l’Unione Europea, fa eccezione anche dal punto di vista
della ‘tenuta’ della fede popolare. La Chiesa cattolica non è più quella di 20 anni
fa, ma ha sempre una grande presa sulla società. Questo è dovuto, come sappiamo, soprattutto
a Giovanni Paolo II. La Chiesa è veramente un’autorità rispettata e riconosciuta da
tutti in Polonia. Ovviamente questo a qualcuno dà fastidio e quindi la secolarizzazione,
che esiste anche in Polonia, arriva a certi fenomeni provocatori, di anticlericalismo,
come questo movimento. Seconda ragione, io credo che sia anche una reazione a certe
manifestazioni un po’ eccessive del partito di Kaczyński, cioè il partito
della destra. Per cui queste due ragioni spiegano questo relativo successo, che non
incide però sull’altro 90 per cento.(ap)