Eccidio al Cairo. Il dolore del cardinale Sandri: una violenza senza senso contro
i cristiani
Appresa la notizia della strage di copto-ortodossi al Cairo, il cardinale Leonardo
Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si è riunito in
preghiera con i membri del dicastero. Ascoltiamo il porporato al microfono di Romilda
Ferrauto:
R. – Abbiamo
pregato per le vittime di questi scontri e abbiamo fatto una preghiera più in generale
perché questi nostri fratelli copto-ortodossi che hanno sofferto l’incendio di una
loro chiesa e che hanno voluto manifestare, come tutti i cittadini, il loro desiderio
di libertà religiosa, di rispetto dei loro diritti, hanno trovato invece da dover
offrire in questa manifestazione il calice amaro della morte, del sacrificio. Per
tutti noi è desolante e triste e angoscioso questo fatto e ci uniamo alla Chiesa copto-ortodossa,
a tutti i nostri fratelli, alle loro famiglie, alle vittime di questa violenza senza
senso. Speriamo che si faccia strada anche la pace, tra i nostri cari fratelli dell’Egitto.
Abbiamo pregato anche per i nostri copto-cattolici, perché vorremmo che l’ombra di
questa violenza sui copto-ortodossi getta sulla vita del Paese, sulle minoranze religiose,
non porti anche un clima di precarietà, di difficoltà per tutta la nostra comunità
copto-cattolica, piccola ma veramente impegnata per la pace e per l’intesa tra tutte
le correnti che compongono la società egiziana. Abbiamo pregato – in terzo luogo –
perché questa cosiddetta “Primavera araba” sia veramente un anticipo di una pace ricercata
da tutti, per la democrazia, per il dialogo, per l’intesa, per il rispetto della dignità
della persona umana, specialmente per il rispetto della libertà religiosa, per il
rispetto delle minoranze, affinché si possa costruire, in questo grande Paese che
è l’Egitto, una società nella quale si possa vivere in pace, con la speranza di un
futuro sicuro per tutti. E speriamo anche che tutto questo movimento, iniziato nel
gennaio di quest’anno, porti frutti non di violenza, non di divisioni, non di uccisioni,
non di persecuzioni ma di intesa, di dialogo, sapendo introdurre nel comune lavoro
per l’edificazione del nuovo Egitto tutte le componenti della società, e in particolare
i copto-ortodossi e la nostra piccola comunità copto-cattolica.
D. –
Lei accennava alla “Primavera araba”. Qualcuno ha detto che forse questa “Primavera
araba” potrebbe essere un inverno per i cristiani del Medio Oriente. C’è una certa
preoccupazione … A chi si può fare appello, perché questo non succeda?
R.
– Certamente, tutti noi abbiamo gioito quando le campane hanno suonato a festa nei
Paesi del Nord Africa, specialmente in Egitto. Certamente, tutta la Chiesa cattolica
è vicina a questo grande Paese, per sostenere tutti gli sforzi per la costruzione
di una nazione nella quale la dignità umana abbia un posto fondamentale nella costruzione
della società. Facciamo appello non solo alla Chiesa cattolica, ma a tutte le altre
Chiese cristiane del mondo: in Europa, soprattutto; alle autorità internazionali,
alle autorità dei Paesi occidentali, perché sostengano gli sforzi che vanno nella
direzione della costruzione di un Paese nel quale si rispettino i diritti umani e,
in particolare, vogliamo che si rispetti il diritto alla libertà religiosa. Chiediamo
anche che le minoranze, non perché sono tali, non possono non godere anche loro di
tutti i diritti di cui godono gli altri cittadini; vogliamo che la società occidentale,
tutti i Paesi amici dell’Egitto, possano sostenere tutte le forze che portano ad una
vera primavera di pace, di riconciliazione e di progresso per tutti.
D.
– Dunque lei lancia un appello alla comunità internazionale, ma c’è ovviamente anche
la responsabilità delle autorità locali …
R. – Certo, ovviamente, l’autorità
nazionale ha le sue responsabilità nel garantire la sicurezza e l’incolumità delle
persone, dei beni e delle istituzioni; sappiamo però anche che a volte le autorità
nazionali si trovano, in un percorso di evoluzione verso una situazione che ci si
augura sia migliore, di fronte a tanti ostacoli, a tante difficoltà che frenano, o
che forse possono fare inciampare quel processo di pace. Quindi, auspichiamo che anche
le autorità – in particolare le autorità nazionali dell’Egitto – sappiano far fronte
a tutte le aggressioni possibili contro i cristiani, contro i musulmani, contro ogni
persona, operando affinché ci sia la sicurezza necessaria, perché sia salvaguardata
l’incolumità di ogni cittadino egiziano. Auguriamo che possano farlo pur sapendo che
ci sono tante difficoltà; ci auguriamo anche che le forze che forse non ragionano,
che forse sono in preda a spinte violente o fanatiche, non abbiano il sopravvento
nella costruzione di quello che tutti ci auguriamo essere una vera ricostruzione di
questi Paesi, nella pace e nella prosperità. (gf)