"Le parole
di Benedetto XVI a Lamezia-Terme mi hanno fatto pensare a quanti mafiosi siedono alla
Mensa del Signore senza l'abito nuziale descritto dal Vangelo, ma nessuno ha il coraggio
di cacciarli". E' il commento di Mimmo Nasone, coordinatore per la regione
Calabria dell'Associazione Libera di don Ciotti, all'Omelia pronunciata dal Papa nel
suo primo viaggio in Calabria. "Noi di Libera aspettavamo con ansia questo viaggio
di Benedetto XVI in Calabria perché crediamo nel grande valore che ha la sua parola
di scuotere le nostre coscienze di calabresi e non solo" spiega il coordionatore di
Libera. "E' stato molto bello il passaggio dell'omelia in cui il Papa, commentando
la lettura del profeta Isaia, ha ricordato che il progetto di Dio vuole far scomparire
la condizione disonorevole degli uomini, vuole asciugare le lacrime di ogni volto.
Ascoltando queste parole, infatti, ogni calabrese, ognuno di noi, aveva presente le
storie disonorevoli che condizionano la vita dei calabresi e le lacrime che bagnano
i volti di tante persone vessate da tante ingiustizie, non solo della criminalità
organizzata e della 'Ndrangheta. Penso alla disoccupazione, alle condizioni delle
persone con disabilità, ai malati mentali. A tutta una serie di difficoltà per cui
questa condizione disonorevole fa fatica a scomparire, per cui il progetto di Dio
non sempre è condiviso pienamente dal progetto degli uomini". "Mi ha colpito anche
il commento del Papa alla parabola evangelica del banchetto di nozze - spiega Mimmo
Nasone - quando ha ricordato che anche nella casa del Signore ci sono tanti invitati
che non indossano l'abito nuziale, l'abito adatto. Mi ha fatto pensare a quanti mafiosi
siedono alla Mensa del Signore ma nessuno ha il coraggio di cacciarli, come invece
ha fatto Gesù. Sono quelle persone che non hanno indossato l'abito nuziale. E cioè
dicono di credere ma non amano, non sono giusti, non sono a servizio di Dio e del
prossimo. Però nessuno ha ancora il coraggio di cacciarli con determinazione. Con
queste parole il Papa è stato davvero grande e, nenache a farlo apposta, anche questa
volta il Vangelo gli ha dato una mano. La Parola di Dio è inequivocabile e vale per
i calabresi ma vale per tutti". "Il Papa ha ricordato che la Calabria è una terra
sismica dal punto di vista geologico, strutturale, comportamentale e sociale - continua
Mimmo Nasone - ma questa sismicità della nostra tera, questa fragilità, che a volte
è anche rafforzata dal pessimismo e dalla rassegnazione, che purtroppo noi calabresi
a volte abbiamo, ultimamente stiamo cercando di contrastarla, anche spinti dalle parole
autorevoli del Papa, dei vescovi calabresi e di tanti sacerdoti impegnati. Dobbiamo
essere cristiani e abitare la Casa del Signore con gli abiti giusti. Ma occorrono
anche delle azioni concrete, perché asciugare le lacrime delle vittime, ridare speranza
a chi non ha lavoro è un impegno della politica ma anche di tutti i cittadini. Il
progetto di Dio però, ricordiamolo, riguarda la Chiesa ma anche tutta la società civile.
Riguarda la politica, le amministrazioni che devono essere credibili, le leggi che
devono essere giuste e non legate ad interessi personalistici". "Per combattere
la disosccupazione e la criminalità efferata - i mali descritti dal Papa - serve prioritariamente
un impegno della politica" conclude il referente di Libera per la calabria. "Come
hanno ricordato anche i vescovi italiani recentemente c'è infatti una deriva della
politica, che porta la gente alla disaffezione e induce molti anche a mezzi estremi,
alla illegalità. In molti, ciò che non lo ricevono dallo Stato lo pretendono e sperano
di averlo dalla mafia e questa è la morte della democrazia. E' una situazione emblematica
che non riguarda solo la nostra regione ma tutta l'Italia. Allora ci vuole uno scatto
di dignità da parte di tutti. Bisogna lavorare perché la gente possa avere un pezzo
di pane onestamente guadagnato, la dignità della cultura, la possibiltà di studiare,
di essere curata. E cioè possa godere dei diritti essenziali. E la Chiesa credo che
oggi in questo abbia un grande ruolo e non debba fare sconti a nessuno. La Chiesa
deve avere il coraggio profetico di cacciare dalla Casa del Signore chi non ha l'abito
giusto, quello dell'amore per Dio e per il prossimo. E lo deve fare solo per amore,
non per il gusto di cacciare qualcuno, ma perché si ravvedano. Dobbiamo far capire
ai mafiosi, ai politicanti, ai corrotti, che tutte queste situazioni sono scandalose
agli occhi di Dio e lasciano la Calabria nella disperazione. La Chiesa dunque credo
abbia questo grande compito di annunciare con chiarezza e coerenza questo messaggio
di liberazione che viene dal Vangelo". (a cura di Fabio Colagrande)