2011-10-10 16:44:50

"Cacciamo i mafiosi dalla Mensa del Signore"


RealAudioMP3 "Le parole di Benedetto XVI a Lamezia-Terme mi hanno fatto pensare a quanti mafiosi siedono alla Mensa del Signore senza l'abito nuziale descritto dal Vangelo, ma nessuno ha il coraggio di cacciarli". E' il commento di Mimmo Nasone, coordinatore per la regione Calabria dell'Associazione Libera di don Ciotti, all'Omelia pronunciata dal Papa nel suo primo viaggio in Calabria. "Noi di Libera aspettavamo con ansia questo viaggio di Benedetto XVI in Calabria perché crediamo nel grande valore che ha la sua parola di scuotere le nostre coscienze di calabresi e non solo" spiega il coordionatore di Libera. "E' stato molto bello il passaggio dell'omelia in cui il Papa, commentando la lettura del profeta Isaia, ha ricordato che il progetto di Dio vuole far scomparire la condizione disonorevole degli uomini, vuole asciugare le lacrime di ogni volto. Ascoltando queste parole, infatti, ogni calabrese, ognuno di noi, aveva presente le storie disonorevoli che condizionano la vita dei calabresi e le lacrime che bagnano i volti di tante persone vessate da tante ingiustizie, non solo della criminalità organizzata e della 'Ndrangheta. Penso alla disoccupazione, alle condizioni delle persone con disabilità, ai malati mentali. A tutta una serie di difficoltà per cui questa condizione disonorevole fa fatica a scomparire, per cui il progetto di Dio non sempre è condiviso pienamente dal progetto degli uomini". "Mi ha colpito anche il commento del Papa alla parabola evangelica del banchetto di nozze - spiega Mimmo Nasone - quando ha ricordato che anche nella casa del Signore ci sono tanti invitati che non indossano l'abito nuziale, l'abito adatto. Mi ha fatto pensare a quanti mafiosi siedono alla Mensa del Signore ma nessuno ha il coraggio di cacciarli, come invece ha fatto Gesù. Sono quelle persone che non hanno indossato l'abito nuziale. E cioè dicono di credere ma non amano, non sono giusti, non sono a servizio di Dio e del prossimo. Però nessuno ha ancora il coraggio di cacciarli con determinazione. Con queste parole il Papa è stato davvero grande e, nenache a farlo apposta, anche questa volta il Vangelo gli ha dato una mano. La Parola di Dio è inequivocabile e vale per i calabresi ma vale per tutti".
"Il Papa ha ricordato che la Calabria è una terra sismica dal punto di vista geologico, strutturale, comportamentale e sociale - continua Mimmo Nasone - ma questa sismicità della nostra tera, questa fragilità, che a volte è anche rafforzata dal pessimismo e dalla rassegnazione, che purtroppo noi calabresi a volte abbiamo, ultimamente stiamo cercando di contrastarla, anche spinti dalle parole autorevoli del Papa, dei vescovi calabresi e di tanti sacerdoti impegnati. Dobbiamo essere cristiani e abitare la Casa del Signore con gli abiti giusti. Ma occorrono anche delle azioni concrete, perché asciugare le lacrime delle vittime, ridare speranza a chi non ha lavoro è un impegno della politica ma anche di tutti i cittadini. Il progetto di Dio però, ricordiamolo, riguarda la Chiesa ma anche tutta la società civile. Riguarda la politica, le amministrazioni che devono essere credibili, le leggi che devono essere giuste e non legate ad interessi personalistici".
"Per combattere la disosccupazione e la criminalità efferata - i mali descritti dal Papa - serve prioritariamente un impegno della politica" conclude il referente di Libera per la calabria. "Come hanno ricordato anche i vescovi italiani recentemente c'è infatti una deriva della politica, che porta la gente alla disaffezione e induce molti anche a mezzi estremi, alla illegalità. In molti, ciò che non lo ricevono dallo Stato lo pretendono e sperano di averlo dalla mafia e questa è la morte della democrazia. E' una situazione emblematica che non riguarda solo la nostra regione ma tutta l'Italia. Allora ci vuole uno scatto di dignità da parte di tutti. Bisogna lavorare perché la gente possa avere un pezzo di pane onestamente guadagnato, la dignità della cultura, la possibiltà di studiare, di essere curata. E cioè possa godere dei diritti essenziali. E la Chiesa credo che oggi in questo abbia un grande ruolo e non debba fare sconti a nessuno. La Chiesa deve avere il coraggio profetico di cacciare dalla Casa del Signore chi non ha l'abito giusto, quello dell'amore per Dio e per il prossimo. E lo deve fare solo per amore, non per il gusto di cacciare qualcuno, ma perché si ravvedano. Dobbiamo far capire ai mafiosi, ai politicanti, ai corrotti, che tutte queste situazioni sono scandalose agli occhi di Dio e lasciano la Calabria nella disperazione. La Chiesa dunque credo abbia questo grande compito di annunciare con chiarezza e coerenza questo messaggio di liberazione che viene dal Vangelo". (a cura di Fabio Colagrande)







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