Belgio: verso un nuovo governo dopo 18 mesi di crisi
Dopo 18 mesi, si è conclusa la crisi politica in Belgio. Nella notte è stata raggiunta
un'intesa globale su un pacchetto di riforme istituzionali che spiana la strada alla
nascita di un nuovo governo. L’accordo, tra otto partiti fiamminghi e francofoni,
verrà ufficializzato in parlamento martedì prossimo e garantirà la formazione del
nuovo governo. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Dopo un anno
e mezzo il Belgio può riprendere la strada della piena gestione istituzionale. Il
nodo da sciogliere verteva su un profondo contrasto tra partiti francofoni e fiamminghi,
che hanno finalmente raggiunto un'intesa sulla riforma di alcune istituzioni: una
svolta, secondo molti storica, che prevede maggiori poteri per le regioni. Portata
poi da quattro a cinque anni la durata della legislatura federale, la stessa di quelle
regionali, ma con elezioni che si svolgeranno non in contemporanea. L'autonomia delle
tre regioni – le Fiandre di lingua fiamminga, la Vallonia e Bruxelles di lingua francese
– viene rafforzata a livello fiscale e sanitario, ma non riguarderà Protezione civile
e Vigili del fuoco, come chiedevano invece i fiamminghi. Nell’immediato futuro politico
del Belgio vi sono ora due scogli: i partiti dovranno trovare un ulteriore difficile
accordo sul bilancio 2012 e sulla politica socio-economica, poi sulla formazione del
nuovo governo con le relative cariche istituzionali; impresa non facile, viste le
profonde diversità di vedute tra Vallonia e Fiandre, divise politicamente oltre che
linguisticamente: il sud francofono è a maggioranza socialista, mentre il nord fiammingo
è conservatore. Saranno necessarie due o tre settimane per dare vita al governo, ma
a questo punto la formazione di un esecutivo con pieni poteri è un passo obbligato,
anche in chiave europea, per porre fine ad una crisi da record mondiale, sia pure
di fronte a posizioni che sembrano inconciliabili.