2011-10-07 14:17:23

Yemen: i bambini, prime vittime delle violenze


I bambini sono le prime vittime innocenti della crisi umanitaria nello Yemen in seguito alle proteste anti-regime degli ultimi mesi. La denuncia giunge da Unicef Italia secondo cui gli scontri a fuoco hanno provocato finora la morte di 94 bambini, mentre i tassi di malnutrizione salgono drammaticamente. Ad illustrarci la situazione il direttore generale di Unicef Italia, Roberto Salvan al microfono di Andrea Antonelli.RealAudioMP3

R. - La situazione è fortemente instabile, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista della violenza, perché vengono usate in continuazione le armi. E’ proprio di pochi giorni fa l’uccisione - il 2 e il 4 ottobre - di due bambini, a causa di una granata: una bambina di 7 e un ragazzo di 13 anni. La nostra impressione è che girino troppe armi e che la gente sia immediatamente pronta ad uccidere, a colpire. Di fronte a questa situazione certamente le scuole non si possono aprire, vengono costantemente distrutte e ci sono troppi ordigni inesplosi o situazioni di violenza, che rendono la vita dei bambini, in particolare, molto pericolosa.

D. - Di cosa soffrono maggiormente questi bambini?

R. - Il 43 per cento dei bambini sono sottopeso e il 58 per cento ha gravi ritardi nella crescita. Quindi, l’aspetto nutrizionale è un aspetto fondamentale che va affrontato in modo molto più serio e con risorse economiche, perché, a causa dell’aumento del costo dei cereali, le famiglie non riescono più ad approvvigionarsi del cibo e alla fine chi ne paga le conseguenze più gravi sono proprio i bambini.

D. - Qual è il vostro appello per salvare vite umane e a chi dovrebbe essere indirizzato?

R. - Prima di tutto alla comunità internazionale, ma anche alle parti in lotta, all’interno del Paese, perché c’è ormai un conflitto che dura da diversi mesi e che non vede in qualche modo ridurre l’impatto sulla popolazione civile. Qui si tratta di chiamare intorno ad un tavolo anche la comunità araba, le forze arabe che influiscono in modo più consistente in un Paese come lo Yemen: dovrebbero chiamare il governo e le parti in lotta a negoziare e a trovare una soluzione. Certamente serve più democrazia, più partecipazione da parte della popolazione civile, più attenzione a quelle che sono le vere esigenze da parte dei bambini e delle donne, che rappresentano il futuro di qualsiasi comunità. (ap)







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