Rapporto Eurisko: in un periodo di crisi, la famiglia resta il punto di riferimento
La crisi è percepita dalle famiglie italiane non come passeggera, ma come un dato
strutturale. E’ quanto emerge dallo studio realizzato da Gfk Eurisko per "Famiglia
Cristiana". 81 nuclei familiari su 100 ritengono che in Italia non si stiano gettando
le basi per il futuro. Dalla ricerca inoltre la famiglia emerge quale istituzione
di riferimento supplendo alle carenze politiche e sociali. Le famiglie con figli –
rileva l’indagine – si rapportano diversamente alla crisi rispetto a quelle senza.
Un dato significativo sul quale si sofferma al microfono di Paolo Ondarza,
Giuseppe Minoia, presidente di Gfk Eurisko:
R. - Le famiglie
che hanno figli piccoli hanno un’idea della realtà e soprattutto un impegno verso
la realtà che è molto differente rispetto alle famiglie che non hanno figli. Quindi,
avere dei figli oggi significa, secondo i nostri dati, essere una famiglia che si
impegna in maniera molto forte per il futuro. La famiglia si rende sempre più conto
che nessuno riesce a dare certezze, sicurezze e risposte per quanto riguarda il mercato
del lavoro e, con grandi sforzi, nel nucleo familiare si cerca di trovare le risposte
per i propri figli.
D. - Tradotto in altre parole, la presenza di
figli aiuta ad essere più progettuali…
R. - Assolutamente sì. Questo
mi sembra il dato che ci sfugge, purtroppo. Non sono gli individui che progettano
il futuro, sono le famiglie.
D. - Ma come si rapportano le famiglie
italiane alla crisi, come la percepiscono?
R. - La percepiscono come
una realtà che non finisce. Avrebbero tanta voglia di sentirsi dire da qualche ente,
istituzione seria, credibile, che la crisi avrà un termine, ma purtroppo questo termine
non c’è.
D. - La crisi è diventata, quindi, un dato strutturale…
R.
- Sta diventando un dato strutturale, un dato con il quale si comincia a pensare che
si debba convivere per tempi piuttosto lunghi.
D. - E inoltre si pensa
di vivere peggio in Italia che in altri Paesi dell’Europa…
R. - Assolutamente
sì. Si è convinti che l’Italia sia il Paese che dà meno risposte sul futuro rispetto
agli altri Paesi europei. Si ha la sensazione, la certezza, la convinzione che si
stia vivendo in un Paese che non dà le risposte progettuali che un Paese con una gestione
politica seria dovrebbe dare.
D. - Le famiglie come spendono i loro
soldi?
R. - Prima di tutto tendono a rimandare gli acquisti importanti
e vengono acquistati i prodotti necessari della settimana. Quindi, la famiglia, soprattutto
la famiglia con i figli, diventa anche quell’ambito, una sorta di network, in cui
si dibattono questi temi: se acquistare o no, cosa acquistare, cosa sia più conveniente.
D.
- Infine, dalla vostra ricerca emerge un dato che suscita anche qualche preoccupazione:
il ricorso al credito, che sta assumendo un carattere abbastanza rilevante…
R.
- Sì, perché il sistema dei risparmi si è eroso. Le famiglie italiane risparmiano
sempre meno e quindi ricorreranno sempre di più al sistema del credito. (ap)