Nuovo appello dell’arcivescovo di Conakry al dialogo e alla riconciliazione in Guinea
Un appello al dialogo “senza condizioni, nel nome di Dio e di tutti i guineani”. A
lanciarlo è stato nuovamente mons. Vincent Coulibaly, arcivescovo di Conakry, in occasione
della giornata nazionale di preghiera e di perdono indetta dalla Commissione per la
riconciliazione nazionale (Ncr) di cui è presidente. L’iniziativa è stata organizzata
per ricordare il secondo anniversario del massacro di 130 civili perpetrato il 28
settembre 2009 dalla passata giunta militare del capitano Moussa Dadis Camara, e in
un contesto di una crescente tensione tra le forze politiche del Paese con l’avvicinarsi
delle prossime elezioni legislative il 29 dicembre. Nel suo appello – riferisce l’agenzia
Cisa - mons. ha Coulibaly invitato i guineani a ricordare con la preghiera tutte
le vittime delle cicliche repressioni militari che hanno segnato la recente storia
della Guinea Conakry e a vivere “uniti” e “in armonia” per potere “godere le ricchezze
di cui Dio ha dotato il Paese”. Concetti già espressi alcuni giorni addietro in un
appello congiunto con l’Imam della grande moschea Fayçal, Elhadj Mamadou Saliou Camara,
co-presidente della stessa Commissione per la riconciliazione nazionale. I due leader
religiosi avevano chiesto alla classe politica di “rispettare un periodo di tregua
sociale per evitare ogni parola e comportamento provocatorio, ogni iniziativa come
meeting e proteste che potrebbero acuire le frustrazioni e alimentare ideologie dannose”.
A soli nove mesi dall’investitura del presidente Alpha Condé, il primo eletto democraticamente
dall’indipendenza, il clima politico in Guinea Conakry si è incrinato soprattutto
dopo il fallito attacco dello scorso luglio contro la sua residenza. Ad alimentare
le tensioni ci sarebbe il presunto rifiuto del partito al potere di dialogare con
l’opposizione e le sue decisioni bollate come “unilaterali” in vista dell’appuntamento
elettorale di dicembre. Le tensioni sono sfociate il 27 settembre in nuovi scontri
tra polizia e manifestanti a una manifestazione non autorizzata nella capitale.
(A cura di Lisa Zengarini)