Violenti combattimenti sono in corso tra le forze del nuovo potere e i partigiani
del colonnello Muammar Gheddafi nei pressi dell'Università di Sirte, circa 360 chilometri
a est della Libia. Lo afferma un giornalista dell'agenzia Afp. Il centro per le conferenze
"Ouagadugou", piazzaforte dei fedeli di Gheddafi, è anch'esso bersaglio di pesanti
tiri e bombardamenti. Si combatte anche nel quartiere dei Mauritani, sempre nel centro
di Sirte. Le forze del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) stanno tentando di
raggiungere il centro, feudo dell'ex "rais" della Libia, dalla zona sud della città.
Intanto, il primo ministro libico, Mahmud Jibril, in una visita a Baghdad, ha affermato
che il deposto leader libico, Muammar Gheddafi, si nasconde ancora nel sud della Libia
sotto la protezione delle tribù che occasionalmente attraversano il confine con il
Niger, anche se entro breve tempo le forze del governo di transizione libico saranno
in grado di localizzarlo.
Preoccupazione di Italia e Francia per la situazione
in Siria L'Italia esprime “estrema preoccupazione per la situazione umanitaria
in Siria, in cui secondo dati Onu si registrano finora 2.900 vittime civili, con forti
ripercussioni sulla stabilità regionale”. Lo ha sottolineato il portavoce della Farnesina
Maurizio Massari.” E' necessario rafforzare la pressione internazionale sul regime
ed accelerare il processo di transizione politica che sia endogeno e non imposto dall'esterno”.
Da parte sua, il premier francese Fillon definisce scioccante il veto della Russia
e della Cina al progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu sulla Siria.
Fillon aggiunge che in ogni caso l’Europa non deve desistere dal fare pressione sul
regime. Intanto, il viceministro degli Esteri siriano, Mekdad, in un intervento al
Consiglio Onu sui diritti umani, in occasione dell'esame periodico della Siria, assicura
che Damasco fornirà all'Alto commissario Onu per i diritti umani una lista di 1.100
membri delle forze dell'ordine, considerati ''martiri" assassinati da ''terroristi
armati da Paesi vicini". Dalla Siria giunge poi notizia di un vasto dispiegamento
di forze fedeli al presidente al Assad, intorno a numerose moschee nei diversi epicentri
della rivolta siriana, nel 32.mo venerdì consecutivo di proteste anti-regime, in corso
da metà marzo.
Grande preoccupazione per le azioni dei pirati somali Nel
Corno d’Africa, continuano a destare preoccupazione i sequestri di navi operati dai
pirati somali: nelle loro mani c’è anche la petroliera, Savina Caylyn, con a bordo
cinque cittadini italiani. Quali sono le proporzioni di questo fenomeno e cosa si
sta facendo per contrastarlo? Davide Maggiore lo ha chiesto a Massimo Alberizzi,
corrispondente dall’Africa per il Corriere della Sera:
R. - Le proporzioni
del fenomeno sono amplissime e si sta facendo molto poco, dichiarazioni di principio
in cui si dice di mandare navi a fermare la pirateria. Ma ormai dovrebbero pattugliare
un tratto di mare molto ampio: i sequestri vanno dalle coste indiane, verso le Maldive,
alle coste del Madagascar, a sud, quindi il braccio di mare è enorme e impossibile
da pattugliare materialmente. Invece, si dovrebbe intervenire a terra dove ci sono
i "santuari" dei pirati somali.
D. – Che matrice hanno i rapimenti effettuati
dai pirati?
R. – La criminalità. La Somalia è una giungla, non c’è legge,
non ci sono autorità, non ci sono forze dell’ordine, quindi i pirati sanno perfettamente
di farla franca. Ci si vuole allora sostituire in qualche modo a queste autorità?
La criminalità comune non è politica e allora potremmo avere anche delle remore a
intervenire: la comunità internazionale deve poter intervenire in una modalità di
polizia internazionale. Questo non si vuole fare. Ci sono solo grandi spese, ma con
risultati pari a zero: sono pochissimi gli interventi che hanno permesso di bloccare
una presa di navi.
D. - Anche nel resto del continente i rapimenti di
occidentali sono diffusi. Alcuni di questi riguardano cittadini italiani, come Francesco
Azzarà, sequestrato in Darfur, o Maria Sandra Mariani, prigioniera del gruppo Al Qaeda
nel Maghreb islamico…
R. – I cittadini italiani o europei, bianchi,
che vengono considerati come stereotipo “ricchi” sono walking dollars, cioè
sono "dollari che camminano": è facile che in zone dove l’impunità è assicurata dall’ambiente,
dalle altre gang, oppure dalle tribù nomadi possa esserci un’azione di criminalità
molto più forte e intensa. Questi criminali, poi, sono diventati sempre più arroganti,
perché potendo godere di un’impunità di fatto fanno quello che vogliono. (bf)
Duro
avvertimento del Pakistan all’Afghanistan sulle frontiere L'esercito pakistano
ha lanciato un duro avvertimento all'Afghanistan perché fermi gli attacchi e l'infiltrazione
di militanti estremisti islamici lungo la frontiera che divide i due Paesi. E' quanto
riferiscono oggi i media locali. Parlando ai giornalisti da una base militare del
Kashmir, durante una cerimonia in occasione di esercitazioni congiunte con l'Arabia
Saudita, il capo delle forze armate, il generale Ashfaq Parvez Kayani, ha detto che
“queste attività non saranno più tollerate” e ha ricordato che “il Pakistan possiede
le capacità per rispondere a questi attacchi”. In seguito a lanci di artiglieria dalle
province afghane di Kunar e Nuristan contro posti di blocco, lo scorso mese il governo
di Islamabad aveva rivolto una protesta ufficiale a Kabul. Il presidente della Commissione
Esteri del Senato pakistano, Salim Saifullah, ha affermato che l'avvertimento del
presidente americano Obama al Pakistan sui sospetti legami con i terroristi ostacolerà
gli sforzi per la stabilizzazione dell'Afghanistan e aumenterà l'antiamericanismo
nel Paese. Ieri, il capo della Casa Bianca aveva detto che di non aver “alcun dubbio”
sui legami tra i Servizi segreti pakistani e gruppi terroristici.
Israele
annuncia blocco totale in Cisgiordania per la festa di Yom Kippur L'esercito
israeliano ha annunciato il blocco totale della Cisgiordania a partire da questa sera,
in occasione delle celebrazioni dello Yom Kippur, la festa più importante dell'ebraismo.
Tutti i punti di passaggio tra la Cisgiordania verso Israele, si legge in un comunicato
dell'esercito israeliano, sono stati chiusi dalla mezzanotte di giovedì a causa della
festività che comincia venerdì sera e si conclude sabato sera. Deroghe sono previste
solo in caso di urgenze mediche. La chiusura dei punti di passaggio tra Cisgiordania
e Israele è una misura presa abitualmente dall'esercito in occasioni delle feste principali,
per timore di attentati.
Morto ultimo leader comunista dell'Albania E'
morto questa mattina in un ospedale di Tirana, Ramiz Alia, il successore del dittatore
Enver Hoxha e ultimo leader comunista dell'Albania. Alia, 86 anni, era stato colpito
da una “tromboembolia polmonare”, secondo quanto riferito dai medici.
In
Kosovo l’inviato Ue Cooper per mediare tra Belgrado e Pristina La crisi nel
nord del Kosovo e le prospettive di ripresa del dialogo fra Belgrado e Pristina sono
al centro dei colloqui che il mediatore europeo, Robert Cooper, ha in programma oggi
nella capitale serba. Giunto ieri sera a Belgrado, Cooper incontra il capo negoziatore
serbo, Borislav Stefanovic, e il ministro per le Questioni del Kosovo, Goran Bogdanovic.
La popolazione serba nel nord del Kosovo protesta contro la presa di controllo dei
due posti di frontiera con la Serbia a Jarinje e Brnjak da parte di poliziotti e doganieri
kosovari albanesi. In corrispondenza delle due postazioni, sono state erette barricate.
Dopo scontri fra manifestanti e serbi e militari della Kfor (Forza Nato in Kossovo),
il 27 settembre scorso a Jarinje, il dialogo fra Belgrado e Pristina è stato interrotto.
Ucraina:
grave incendio nella Riserva naturale del Danubio Un incendio di vaste proporzioni
sta divampando nella Riserva naturale del Danubio, vicino all'isola di Belgorodski,
in Ucraina. Le fiamme si estendono per circa sei chilometri e il fumo, oltre che nei
villaggi vicini, è arrivato fino ad Odessa, che dista 180 chilometri. Nella zona non
piove da più di un mese e il fuoco sta divorando rapidamente le canne e il resto della
vegetazione già da ieri. Sul posto, fa sapere il ministero delle Emergenze ucraino,
sono presenti gli operai della riserva naturale e i Vigili del fuoco, che però non
possono avvicinarsi alle fiamme con i loro mezzi perchè la zona è paludosa. Lungo
le strade sono stati posizionati degli sbarramenti per evitare che il fuoco raggiunga
i villaggi locali, ai cui abitanti è stato raccomandato di stare in casa con le finestre
chiuse per non essere intossicati dal fumo. Nella Riserva naturale del Danubio, che
è la più vasta zona paludosa d'Europa e luogo di riproduzione per molte specie di
pesci e uccelli, quest'anno sono divampati più di 20 incendi, e la maggior parte di
questi era di natura dolosa.
Morti e feriti in un attentato contro dei bus
nelle Filippine Uomini armati hanno assaltato due autobus nel sud delle Filippine,
uccidendo due persone e ferendone altre 22. Lo ha detto la polizia secondo la quale
la sparatoria è avvenuta nella provincia di Maguindanao, sull'isola di Mindanao, teatro
nel novembre di due anni fa di un massacro di 57 civili, durante una campagna elettorale.
Gli assalitori, che indossavano uniformi militari, hanno fatto segno al convoglio
di fermarsi in un punto deserto di un'autostrada, quasi certamente per rapinare e
rapire gli occupanti dei mezzi. I conducenti hanno fiutato la trappola e hanno sfondato
il falso posto di blocco, circostanza che ha indotto gli aggressori a sparare contro
i due mezzi.
Tre soldati uccisi da mina nello Stato orientale del Chhattisgar Tre
soldati indiani sono stati uccisi oggi da una mina nello Stato orientale del Chhattisgar,
dove è attiva la guerriglia maoista. Lo riferiscono i media locali. Gli uomini, appartenenti
a un gruppo paramilitare, viaggiavano a bordo di un convoglio nel distretto di Dantewada,
dove ci sono le roccaforti dei guerriglieri comunisti. “Il loro veicolo è saltato
su ordigno piazzato dai maoisti”, ha detto una fonte militare ai giornalisti. La pattuglia
era stata dispiegata per proteggere dei campi di addestramento di milizie tribali
anti maoiste.
Sei km di marea nera per la nave container arenata da due
giorni Ha già causato una marea nera di oltre 6 km la nave container di 236
metri che si è arenata due giorni fa in una barriera corallina rinomata per la sua
fauna marina, al largo del maggior porto di esportazione della Nuova Zelanda. Non
è ancora noto da dove provenga la perdita, ma le autorità neozelandesi e gli ambientalisti
si dichiarano molto preoccupati e temono un disastro ambientale. La Rena, registrata
in Liberia, del gruppo armatoriale greco Costamare Inc., è carica per tre quarti con
2.100 container e 1.700 tonnellate di carburante pesante ed era a 22 km dal porto
di Tauranga, nell'isola del nord. Nessuno è rimasto ferito fra i 25 membri di equipaggio,
tuttavia si è aperta una falla nello scafo e la nave è inclinata di 12 gradi. L'area
della barriera corallina detta Astrolabe, ricoperta di anemoni di mare e spugne multicolori,
ospita una ricca fauna di pesci oltre a pinguini blu, foche e procellarie. Almeno
quattro uccelli marini sono stati trovati morti nelle vicinanze della nave, mentre
altri sono stati visti ricoperti di petrolio. Non è ancora chiaro quanto del carburante
pesante nel carico a bordo si sia disperso in mare, ha detto il funzionario di Maritime
New Zealand, Rob Service. “Non sembra vi siano falle nei serbatoi, ma i danni sono
estesi ed è ancora difficile determinarli accuratamente e decidere come disincagliarla,
un'operazione che comunque richiederà del tempo”. (Panoramica internazionale a
cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LV no. 280