2011-10-07 14:54:11

Libia: violenti combattimenti a Sirte


Violenti combattimenti sono in corso tra le forze del nuovo potere e i partigiani del colonnello Muammar Gheddafi nei pressi dell'Università di Sirte, circa 360 chilometri a est della Libia. Lo afferma un giornalista dell'agenzia Afp. Il centro per le conferenze "Ouagadugou", piazzaforte dei fedeli di Gheddafi, è anch'esso bersaglio di pesanti tiri e bombardamenti. Si combatte anche nel quartiere dei Mauritani, sempre nel centro di Sirte. Le forze del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) stanno tentando di raggiungere il centro, feudo dell'ex "rais" della Libia, dalla zona sud della città. Intanto, il primo ministro libico, Mahmud Jibril, in una visita a Baghdad, ha affermato che il deposto leader libico, Muammar Gheddafi, si nasconde ancora nel sud della Libia sotto la protezione delle tribù che occasionalmente attraversano il confine con il Niger, anche se entro breve tempo le forze del governo di transizione libico saranno in grado di localizzarlo.

Preoccupazione di Italia e Francia per la situazione in Siria
L'Italia esprime “estrema preoccupazione per la situazione umanitaria in Siria, in cui secondo dati Onu si registrano finora 2.900 vittime civili, con forti ripercussioni sulla stabilità regionale”. Lo ha sottolineato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari.” E' necessario rafforzare la pressione internazionale sul regime ed accelerare il processo di transizione politica che sia endogeno e non imposto dall'esterno”. Da parte sua, il premier francese Fillon definisce scioccante il veto della Russia e della Cina al progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu sulla Siria. Fillon aggiunge che in ogni caso l’Europa non deve desistere dal fare pressione sul regime. Intanto, il viceministro degli Esteri siriano, Mekdad, in un intervento al Consiglio Onu sui diritti umani, in occasione dell'esame periodico della Siria, assicura che Damasco fornirà all'Alto commissario Onu per i diritti umani una lista di 1.100 membri delle forze dell'ordine, considerati ''martiri" assassinati da ''terroristi armati da Paesi vicini". Dalla Siria giunge poi notizia di un vasto dispiegamento di forze fedeli al presidente al Assad, intorno a numerose moschee nei diversi epicentri della rivolta siriana, nel 32.mo venerdì consecutivo di proteste anti-regime, in corso da metà marzo.

Grande preoccupazione per le azioni dei pirati somali
Nel Corno d’Africa, continuano a destare preoccupazione i sequestri di navi operati dai pirati somali: nelle loro mani c’è anche la petroliera, Savina Caylyn, con a bordo cinque cittadini italiani. Quali sono le proporzioni di questo fenomeno e cosa si sta facendo per contrastarlo? Davide Maggiore lo ha chiesto a Massimo Alberizzi, corrispondente dall’Africa per il Corriere della Sera:RealAudioMP3

R. - Le proporzioni del fenomeno sono amplissime e si sta facendo molto poco, dichiarazioni di principio in cui si dice di mandare navi a fermare la pirateria. Ma ormai dovrebbero pattugliare un tratto di mare molto ampio: i sequestri vanno dalle coste indiane, verso le Maldive, alle coste del Madagascar, a sud, quindi il braccio di mare è enorme e impossibile da pattugliare materialmente. Invece, si dovrebbe intervenire a terra dove ci sono i "santuari" dei pirati somali.

D. – Che matrice hanno i rapimenti effettuati dai pirati?

R. – La criminalità. La Somalia è una giungla, non c’è legge, non ci sono autorità, non ci sono forze dell’ordine, quindi i pirati sanno perfettamente di farla franca. Ci si vuole allora sostituire in qualche modo a queste autorità? La criminalità comune non è politica e allora potremmo avere anche delle remore a intervenire: la comunità internazionale deve poter intervenire in una modalità di polizia internazionale. Questo non si vuole fare. Ci sono solo grandi spese, ma con risultati pari a zero: sono pochissimi gli interventi che hanno permesso di bloccare una presa di navi.

D. - Anche nel resto del continente i rapimenti di occidentali sono diffusi. Alcuni di questi riguardano cittadini italiani, come Francesco Azzarà, sequestrato in Darfur, o Maria Sandra Mariani, prigioniera del gruppo Al Qaeda nel Maghreb islamico…

R. – I cittadini italiani o europei, bianchi, che vengono considerati come stereotipo “ricchi” sono walking dollars, cioè sono "dollari che camminano": è facile che in zone dove l’impunità è assicurata dall’ambiente, dalle altre gang, oppure dalle tribù nomadi possa esserci un’azione di criminalità molto più forte e intensa. Questi criminali, poi, sono diventati sempre più arroganti, perché potendo godere di un’impunità di fatto fanno quello che vogliono. (bf)

Duro avvertimento del Pakistan all’Afghanistan sulle frontiere
L'esercito pakistano ha lanciato un duro avvertimento all'Afghanistan perché fermi gli attacchi e l'infiltrazione di militanti estremisti islamici lungo la frontiera che divide i due Paesi. E' quanto riferiscono oggi i media locali. Parlando ai giornalisti da una base militare del Kashmir, durante una cerimonia in occasione di esercitazioni congiunte con l'Arabia Saudita, il capo delle forze armate, il generale Ashfaq Parvez Kayani, ha detto che “queste attività non saranno più tollerate” e ha ricordato che “il Pakistan possiede le capacità per rispondere a questi attacchi”. In seguito a lanci di artiglieria dalle province afghane di Kunar e Nuristan contro posti di blocco, lo scorso mese il governo di Islamabad aveva rivolto una protesta ufficiale a Kabul. Il presidente della Commissione Esteri del Senato pakistano, Salim Saifullah, ha affermato che l'avvertimento del presidente americano Obama al Pakistan sui sospetti legami con i terroristi ostacolerà gli sforzi per la stabilizzazione dell'Afghanistan e aumenterà l'antiamericanismo nel Paese. Ieri, il capo della Casa Bianca aveva detto che di non aver “alcun dubbio” sui legami tra i Servizi segreti pakistani e gruppi terroristici.

Israele annuncia blocco totale in Cisgiordania per la festa di Yom Kippur
L'esercito israeliano ha annunciato il blocco totale della Cisgiordania a partire da questa sera, in occasione delle celebrazioni dello Yom Kippur, la festa più importante dell'ebraismo. Tutti i punti di passaggio tra la Cisgiordania verso Israele, si legge in un comunicato dell'esercito israeliano, sono stati chiusi dalla mezzanotte di giovedì a causa della festività che comincia venerdì sera e si conclude sabato sera. Deroghe sono previste solo in caso di urgenze mediche. La chiusura dei punti di passaggio tra Cisgiordania e Israele è una misura presa abitualmente dall'esercito in occasioni delle feste principali, per timore di attentati.

Morto ultimo leader comunista dell'Albania
E' morto questa mattina in un ospedale di Tirana, Ramiz Alia, il successore del dittatore Enver Hoxha e ultimo leader comunista dell'Albania. Alia, 86 anni, era stato colpito da una “tromboembolia polmonare”, secondo quanto riferito dai medici.

In Kosovo l’inviato Ue Cooper per mediare tra Belgrado e Pristina
La crisi nel nord del Kosovo e le prospettive di ripresa del dialogo fra Belgrado e Pristina sono al centro dei colloqui che il mediatore europeo, Robert Cooper, ha in programma oggi nella capitale serba. Giunto ieri sera a Belgrado, Cooper incontra il capo negoziatore serbo, Borislav Stefanovic, e il ministro per le Questioni del Kosovo, Goran Bogdanovic. La popolazione serba nel nord del Kosovo protesta contro la presa di controllo dei due posti di frontiera con la Serbia a Jarinje e Brnjak da parte di poliziotti e doganieri kosovari albanesi. In corrispondenza delle due postazioni, sono state erette barricate. Dopo scontri fra manifestanti e serbi e militari della Kfor (Forza Nato in Kossovo), il 27 settembre scorso a Jarinje, il dialogo fra Belgrado e Pristina è stato interrotto.

Ucraina: grave incendio nella Riserva naturale del Danubio
Un incendio di vaste proporzioni sta divampando nella Riserva naturale del Danubio, vicino all'isola di Belgorodski, in Ucraina. Le fiamme si estendono per circa sei chilometri e il fumo, oltre che nei villaggi vicini, è arrivato fino ad Odessa, che dista 180 chilometri. Nella zona non piove da più di un mese e il fuoco sta divorando rapidamente le canne e il resto della vegetazione già da ieri. Sul posto, fa sapere il ministero delle Emergenze ucraino, sono presenti gli operai della riserva naturale e i Vigili del fuoco, che però non possono avvicinarsi alle fiamme con i loro mezzi perchè la zona è paludosa. Lungo le strade sono stati posizionati degli sbarramenti per evitare che il fuoco raggiunga i villaggi locali, ai cui abitanti è stato raccomandato di stare in casa con le finestre chiuse per non essere intossicati dal fumo. Nella Riserva naturale del Danubio, che è la più vasta zona paludosa d'Europa e luogo di riproduzione per molte specie di pesci e uccelli, quest'anno sono divampati più di 20 incendi, e la maggior parte di questi era di natura dolosa.

Morti e feriti in un attentato contro dei bus nelle Filippine
Uomini armati hanno assaltato due autobus nel sud delle Filippine, uccidendo due persone e ferendone altre 22. Lo ha detto la polizia secondo la quale la sparatoria è avvenuta nella provincia di Maguindanao, sull'isola di Mindanao, teatro nel novembre di due anni fa di un massacro di 57 civili, durante una campagna elettorale. Gli assalitori, che indossavano uniformi militari, hanno fatto segno al convoglio di fermarsi in un punto deserto di un'autostrada, quasi certamente per rapinare e rapire gli occupanti dei mezzi. I conducenti hanno fiutato la trappola e hanno sfondato il falso posto di blocco, circostanza che ha indotto gli aggressori a sparare contro i due mezzi.

Tre soldati uccisi da mina nello Stato orientale del Chhattisgar
Tre soldati indiani sono stati uccisi oggi da una mina nello Stato orientale del Chhattisgar, dove è attiva la guerriglia maoista. Lo riferiscono i media locali. Gli uomini, appartenenti a un gruppo paramilitare, viaggiavano a bordo di un convoglio nel distretto di Dantewada, dove ci sono le roccaforti dei guerriglieri comunisti. “Il loro veicolo è saltato su ordigno piazzato dai maoisti”, ha detto una fonte militare ai giornalisti. La pattuglia era stata dispiegata per proteggere dei campi di addestramento di milizie tribali anti maoiste.

Sei km di marea nera per la nave container arenata da due giorni
Ha già causato una marea nera di oltre 6 km la nave container di 236 metri che si è arenata due giorni fa in una barriera corallina rinomata per la sua fauna marina, al largo del maggior porto di esportazione della Nuova Zelanda. Non è ancora noto da dove provenga la perdita, ma le autorità neozelandesi e gli ambientalisti si dichiarano molto preoccupati e temono un disastro ambientale. La Rena, registrata in Liberia, del gruppo armatoriale greco Costamare Inc., è carica per tre quarti con 2.100 container e 1.700 tonnellate di carburante pesante ed era a 22 km dal porto di Tauranga, nell'isola del nord. Nessuno è rimasto ferito fra i 25 membri di equipaggio, tuttavia si è aperta una falla nello scafo e la nave è inclinata di 12 gradi. L'area della barriera corallina detta Astrolabe, ricoperta di anemoni di mare e spugne multicolori, ospita una ricca fauna di pesci oltre a pinguini blu, foche e procellarie. Almeno quattro uccelli marini sono stati trovati morti nelle vicinanze della nave, mentre altri sono stati visti ricoperti di petrolio. Non è ancora chiaro quanto del carburante pesante nel carico a bordo si sia disperso in mare, ha detto il funzionario di Maritime New Zealand, Rob Service. “Non sembra vi siano falle nei serbatoi, ma i danni sono estesi ed è ancora difficile determinarli accuratamente e decidere come disincagliarla, un'operazione che comunque richiederà del tempo”. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 280







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