2011-10-07 14:00:44

Il presidente di “Cor Unum”: la comunità internazionale raddoppi gli sforzi contro la fame nel Corno d'Africa


Si è tenuta stamani, presso la Sala Stampa della Santa Sede, una conferenza stampa sull’emergenza umanitaria nel Corno d’Africa, al termine di una riunione promossa dal Pontificio Consiglio “Cor Unum”. Sono intervenuti, tra gli altri, il cardinale Robert Sarah, presidente di Cor Unum; mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, e Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis. Erano presenti inoltre rappresentanti di alcuni organismi caritativi cattolici operanti nella zona e un delegato dell’arcivescovo di Canterbury. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Unire e raddoppiare gli sforzi per il Corno d’Africa colpito dalla carestia: è l’appello pressante levato dal cardinale Robert Sarah, presidente di “Cor Unum”, che ha innanzitutto sottolineato quanto Benedetto XVI sia vicino alle sofferenze della popolazione della regione:

“La questione è molto cara al Santo Padre. Ne ha parlato tra i primi in ambito internazionale lo scorso 17 luglio. Ha ripetuto due giorni fa nell’Udienza generale di mercoledì la sua preoccupazione e il suo appello alla comunità internazionale”.

Sono 13 milioni, è stato ricordato, le persone che combattono ogni giorno contro la morte. E ciò, ha detto il cardinale Sarah, perché anche nella politica internazionale, prevalgono spesso gli interessi ed egoismi particolari delle singole nazioni:

“Dobbiamo lasciarci ispirare a svolgere una politica che abbia a cuore veramente il bene comune. Solo la ricerca del bene comune permette che non ci siano vincitori e vinti, carnefici e vittime, sfruttatori e affamati”.

Il presidente di “Cor Unum” ha quindi sottolineato che dopo l’emergenza si dovrà investire nell’educazione, perché “solo dove c’è una scuola c’è davvero un futuro”:

“Fin da ora faccio un appello: una scuola in ogni villaggio! Lo dico da africano: uniamoci nello sforzo di aiutare il Corno d’Africa a dare educazione, istruzione, cultura ai propri figli!”.

Alla conferenza, è stato letto un messaggio dell’arcivescovo di Canterbury per l’occasione, a rimarcare l’importanza della sinergia degli sforzi delle diverse realtà cristiane impegnate nel Corno d’Africa. Alla riunione promossa da “Cor Unum” ha inoltre partecipato un delegato della Chiesa anglicana. Particolarmente toccante la testimonianza di mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico a Mogadiscio:

“E’ necessario che noi andiamo al di là della risposta emotiva, perché vediamo qualche immagine di qualche bambino e che ci domandiamo perché si è arrivati a questa situazione. Certamente c’è bisogno di rispondere all’urgenza: dobbiamo rispondere anche immediatamente, ma dobbiamo tenere gli occhi aperti anche al futuro per evitare quello che si può evitare”.

Il presule ha quindi rilevato che la situazione è particolarmente grave in Somalia non solo a causa della carestia ma anche per la mancanza di pace e di uno Stato:

“Faccio appello perché la comunità internazionale s’impegni di più per trovare una soluzione al problema della Somalia, perché se le immagini più drammatiche vengono dalla Somalia non è solo a causa della siccità, ma è anche perché manca un’autorità, manca lo Stato”.

Da parte degli esponenti degli organi caritativi cattolici è stato invece sottolineata l’urgenza di uno stanziamento fondi per affrontare l’emergenza. Al momento, è stato spiegato, la priorità è l’acqua, fondamentale per la sopravvivenza delle persone e per l’agricoltura locale. Al termine della conferenza, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha messo l’accento sul ruolo dei media, specie in un periodo in cui tutta l’attenzione sembra rivolta alla crisi economica nei Paesi industrializzati:

“Ci sembra di sentire le grandi conseguenze della crisi e poi ci guardiamo attorno e vediamo che c’è gente che sta veramente morendo. Quindi, cerchiamo di impegnarci anche noi come comunicatori nel dare la reale dimensione dei problemi ed aiutare per la soluzione”.







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