L’agenzia Moody’s declassa aziende pubbliche e private italiane
Le Borse europee si confermano vivaci a metà seduta e segnano aumenti nell'ordine
del 2%. Dal punto di vista dell’economia, la giornata si è aperta con la notizia che
subito dopo aver declassato il debito sovrano dell'Italia, l'agenzia Moody's ha tagliato
anche il rating di alcune aziende pubbliche e private italiane. Il servizio di Fausta
Speranza:
Probabilmente
ad aiutare il rialzo sui mercati sono state le parole del presidente della Commissione
Ue, Jose' Barroso, che ha confermato l'idea di un'azione coordinata per ricapitalizzare
le banche, e le attese per le decisioni che dovrebbero venire dalla Bce. Per quanto
riguarda Wall Street, i futures sono positivi anche in vista dei dati sull'occupazione
Usa. Intanto, in Italia si prende atto del declassamento di Eni, Enel, Finmeccanica,
Poste italiane e Terna, ma anche delle due principali banche, Unicredit e Intesa Sanpaolo,
da parte dell’agenzia di rating Moody’s, che peraltro era atteso. Si salvano solo
Generali e Allianz Italy. L’annuncio di Moody’s, secondo il Wall Street Journal, rappresenta
un avvertimento non solo per Roma, ma per tutta l'Europa. Il quotidiano Usa spiega
che la decisione rispecchia il “fallimento dell'Europa nel ripristinare la fiducia
nel mercato del debito pubblico” oltre ai problemi fiscali dell'Italia. Resta da dire
che in Germania l'Istituto tedesco per la ricerca economica (Diw) ha rivisto al ribasso
le stime sulla crescita del Pil tedesco per quest'anno e per il 2012.
Nuova
marcia a New York contro Wall Street Sono scesi in 30 mila ieri in strada a
New York per una nuova marcia sul distretto finanziario, la prima dopo le tensioni
della scorsa fine settimana, quando la polizia ha arrestato 700 persone che protestavano
contro Wall Street. Il servizio di Elena Molinari:
Il popolo
degli “indignados” a stelle e strisce si riunisce di nuovo. Ieri in piazza sono scese
almeno 30 mila persone a New York per una marcia sul distretto finanziario, la prima
dopo che la polizia aveva arrestato 700 persone lo scorso fine settimana. E si è trattato
della manifestazione più grande da quando tre settimane fa è iniziato il presidio
davanti al "tempio della finanza mondiale". Alle fila di giovani studenti, artisti
e disoccupati, si sono questa volta uniti i sindacati e molte associazioni compresa
quella della categoria degli infermieri. Alcune di queste persone sono arrivate da
molto lontano e sono tutte determinate ad andare avanti ad oltranza per ottenere riforme
del sistema finanziario e fiscale che favoriscano più il cittadino e meno le grandi
banche ed aziende. Tutto intorno ai manifestanti la polizia era in assetto antisommossa.
Le autorità hanno infatti dato agli agenti ordine di intervenire per evitare disordini
o che i manifestanti blocchino il traffico. Intanto, la protesta si è propagata in
tutto il territorio americano con dimostrazioni ieri anche a Los Angeles, Boston e
in Florida.
2900 persone uccise in Siria dall'inizio delle proteste
antigovernative E' salito a oltre 2900 il numero delle persone uccise in Siria
nella repressione delle manifestazioni contro il regime del presidente Bashar al Assad,
cominciate lo scorso marzo. Lo ha reso noto oggi a Ginevra l'ufficio dell'Alto commissario
per i diritti umani. ''Basandoci sulla lista di nomi che abbiamo stilato, il numero
totale di persone uccise in Siria dall'inizio delle proteste e' ora di oltre 2900'',
ha dichiarato Rupert Colville, portavoce dell'Alto commissario Navi Pillay.
Continua
l’esodo di libici in Tunisia: solo in settembre 400 persone Nonostante il miglioramento
della situazione della sicurezza in vaste aree della Libia, continua incessante l'arrivo
in Tunisia di rifugiati libici: secondo i dati riferiti dalla Tap, nel solo mese di
settembre oltre 400 mila sono passati per il posto di frontiera di Ras Jedir, con
una media giornaliera di oltre diecimila arrivi. Talvolta, riferisce sempre l'agenzia
tunisina, ci sono stati anche ''alterchi'', così vengono definiti, tra i libici che
controllano il posto di frontiera sul loro versante e tunisini. Scontri che hanno
costretto le forze di sicurezza tunisine a esplodere colpi d'arma da fuoco in aria
a scopo intimidatorio. Questi episodi hanno anche imposto in qualche circostanza la
chiusura del posto di frontiera sul versante tunisino. A Camp Choucha il numero dei
rifugiati stranieri sta progressivamente scendendo ed ora è attestato sulle 3400 unità,
in maggioranza somali, eritrei ed iracheni. Il loro rimpatrio va avanti al ritmo di
10-15 al mese.
Kosovo: perquisizioni di agenti della missione europea in
sedi Ministero interno Gli agenti di Eulex, la missione europea in Kosovo,
hanno effettuato oggi a Pristina numerose perquisizioni nelle sedi del Ministero dell'interno
e della polizia kosovara arrestando sei persone, tre delle quali funzionari, accusate
di corruzione. Come ha reso noto Eulex in un comunicato, l'operazione è stata decisa
per smantellare una rete criminale attiva negli appalti ad aziende fornitrici di armi
e munizioni alle forze di polizia in Kosovo. Le perquisizioni, è stato precisato,
hanno riguardato complessivamente 12 luoghi differenti fra uffici, abitazioni private,
sedi di società private. Il danno al bilancio del Ministero dell'interno sarebbe superiore
al milione di Euro. Nell'ambito della stessa inchiesta, ha riferito Eulex, perquisizioni
sono state effettuate anche in Germania in un ufficio e in un’abitazione privata.
Sara
Palin non si candida alle presidenziali 2012 “La mia famiglia viene prima”.
Questa la spiegazione contenuta in una lettera inviata ai suoi sostenitori e diffusa
dai media, con la quale Sarah Palin, ex governatore dell'Alaska ha annunciato la decisione
di non correre per le presidenziali del 2012. “Dopo aver pregato molto e dopo una
lunga riflessione, ho deciso che non mi candiderò alle presidenziali del 2012”, sono
le parole della Palin, ex candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti
nel 2008, nella lettera inviata ai suoi sostenitori e diffusa dai media, con la quale
l’ex governatore dell'Alaska ha annunciato la decisione di non correre per le presidenziali
del 2012.
Nave container con petrolio arenata in Nuova Zelanda Una
nave container di una compagnia di navigazione italiana si è arenata nelle prime ore
di ieri in una barriera corallina al largo del maggior porto di esportazione della
Nuova Zelanda e ha cominciato a perdere petrolio, ma la fuga è stata per ora bloccata.
La Rena, di 236 metri, registrata in Liberia, della "Mediterranean Shipping Company"
di proprietà della famiglia dell'armatore italiano, Gianluigi Aponte, è carica per
tre quarti con 2100 container e 1700 tonnellate di carburante pesante ed era a 22
km dal porto di Tauranga nell'isola del nord, dove era diretta per caricare altro
cargo. Nessuno è rimasto ferito fra i 25 membri di equipaggio ma si è aperta una falla
nello scafo, la nave è inclinata di 12 gradi, due delle stive sono allagate e l'acqua
viene pompata via. “Siamo pronti a lanciare qualsiasi livello di risposta all'inquinamento
che la situazione richieda”, ha detto il portavoce di "Maritime New Zealand", Rob
Service. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 279