Costa d’Avorio: emergenza umanitaria nell’ovest. Le missioni salesiane danno speranza
La situazione umanitaria nelle regioni occidentali della Costa d’Avorio resta drammatica.
Gli sfollati sono oltre 60 mila, di cui almeno 27 mila nella sola area di Duékoué.
Sono inoltre più di 120 mila i rifugiati ivoriani nella vicina Liberia in attesa di
ritornare in patria. Si deve anche aggiungere che dopo la crisi post elettorale, l’emergenza
umanitaria in Costa d’Avorio non sembra più ricevere, da parte della comunità internazionale,
adeguata attenzione. Finora – sottolinea all'agenzia Misna il direttore per lo sviluppo
umano di Caritas Costa d’Avorio, Jean Djoman - solo il 28% dei fondi richiesti sono
stati sbloccati. Sono tre, in particolare, le priorità per l’intervento umanitario
nell’ovest del Paese. Servono medicinali, cibo e piani di ricostruzione delle abitazioni.
“Almeno 35 mila famiglie – ricorda Jean Djoman – sono a rischio carestia”. Nei prossimi
mesi la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi: il periodo di semina è terminato
ma molti agricoltori non sono riusciti ad avviare le colture. Per questo – aggiunge
– “il prossimo raccolto sarà limitato”. Le riserve di cibo “si stanno esaurendo” e
le attività degli operatori umanitari sono anche ostacolate da una situazione di “insicurezza
persistente”. Tra le zone più instabili c’è l’area di Duékoué. Ma proprio in questa
regione non mancano segnali di ripresa, anche grazie all’insostituibile impegno delle
missioni cattoliche. In particolare, dopo un periodo di estrema difficoltà per il
sovraffollamento, il Centro salesiano “Santa Teresa di Gesù Bambino” sta finalmente
uscendo dalla situazione di emergenza. Le condizioni di vita all’interno del Centro
migliorano ed è ora anche possibile far ripartire le attività per aiutare la popolazione
locale. Attualmente, nella missione sono ospitate circa 6 mila persone. Anche il Centro
salesiano di formazione professionale ha ripreso le proprie attività. Attualmente,
sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno. Sul fronte politico, infine, è incoraggiante
la ripresa del dialogo tra partiti al potere e gruppi dell’opposizione legati all’ex
presidente Laurent Gbagbo. “Gli ivoriani – sottolinea Jean Djoman – devono ritrovare
la fiducia. Soprattutto – conclude – sperano di poter andare alle urne in un clima
pacifico”. (A.L.)