Nel segno di San Francesco, un "pellegrinaggio radiofonico" per la pace e il dialogo
Sulle orme di San Francesco per la pace e il dialogo. Si conclude domani il "pellegrinaggio
radiofonico" interreligioso organizzato dalla nostra emittente nei conventi francescani
della valle reatina, nel Lazio. Sull'iniziativa, ascoltiamo il servizio della nostra
inviata, Antonella Palermo:
Il linguaggio
di San Francesco è linguaggio di pace, perché profondamente umano e capace perciò
di andare al di là delle appartenenze religiose. E’ dal cuore dell’uomo, non da tante
parole spesso vane che bisogna ripartire per gettare ponti fra i popoli: lo ripete
padre Marino Porcelli, superiore del santuario di Fontecolombo, dove Francesco scrisse
la Regola. Camminare in questa valle santa areatina, poco nota ai più, è riscoprire
l’essere creatura sotto lo sguardo di Dio. Mustafa Cenap Aydin,
musulmano turco, è entusiasta di tanta bellezza e di una storia che parla di umiltà
e tenacia. E si impegna a portarci i suoi amici musulmani:
“Camminando
sulle orme di San Francesco, mi sento veramente di essere chiamato a fare un cammino
interiore. Per questo dico che comincio un cammino anche interiore per capire meglio
questo messaggio di pace di San Francesco”.
Rosario Confessore,
pastore valdese ci ricorda la vocazione di Abramo, chiamato ad uscire dalla propria
terra, dalle proprie sicurezze:
“In questo cammino si incontra anche
la serenità, la gratitudine a Dio per questi nuovi incontri e per tante esperienze
che si possono fare solo e proprio nella libertà dei figli di Dio”.
Olga
Olina, nella vita dipinge icone russe e scrive poesie: ha gli occhi mistici
e si chiede dove sia la differenza tra cattolici ed ortodossi e non trova risposte…
“Mi
sento leggera in questo cammino di San Francesco. E’ il sentiero che fa guarire il
pensiero”.
Sul sentiero per Greccio incrociamo un pellegrino sessantenne
di Bruxelles, in cammino da due mesi e mezzo sulla Via Francigena: auspica più strutture
per l’accoglienza a basso costo, come avviene a Santiago, e prega perché l’uomo ridiventi
semplice ed amico della povertà.
Infine, il pensiero di padre
Giuseppe Frasca, su cosa significa vivere la povertà di Francesco oggi:
"Semplificare
il cuore; partire dal cuore, liberando dal cuore tutte quelle cose che non servono:
ti liberi materialmente se prima hai liberato il cuore. Quindi semplicità di cuore…"
(mg)