Mons. Crociata: vano l’impegno educativo senza un’adeguata formazione dei sacerdoti
Formazione dei sacerdoti, valorizzazione della pietà popolare e promozione di una
coscienza civica. Sono le tre priorità da privilegiare in un’ottica di impegno educativo,
“nel quadro del programma delineato dal Consiglio permanente che mette gli adulti
al primo posto”. E’ quanto ha detto, ieri, mons. Mariano Crociata, segretario generale
della Conferenza episcopale italiana (Cei), incontrando a Roma i vescovi di Sicilia.
Mons. Crociata ha ricordato che i presbiteri “sono un punto nevralgico delle nostre
comunità”. “Da loro dipende la qualità comunitaria concreta delle nostre parrocchie”.
La pietà popolare – ha poi osservato - “rappresenta una riserva, un giacimento, un
potenziale di religiosità già segnata dalle radici cristiane, ma sempre bisognosa
di compiere il passaggio alla fede consapevole ed esplicita”. “Finché ci sarà pietà
popolare – ha aggiunto mons. Crociata le cui parole sono state riprese dall'agenzia
Sir - ci sarà terreno su cui innestare la fede cattolica e il senso di Chiesa. Ma
guai – ha avvertito - ad alimentare questo tipo di terreno senza cercare di coltivarlo
e di elevare la qualità dei suoi frutti sul piano di una fede matura”. La dimensione
etica, sociale e civica dell’educazione alla fede – ha quindi affermato il segretario
generale della Cei - è “strettamente connessa con la questione del tipo di adulti
che noi abbiamo e che vogliamo avere nelle nostre comunità”. Si tratta, innanzitutto,
di “tornare con nuova consapevolezza critica all’esigenza costitutiva della fede di
farsi anima della vita, della cultura, della storia e del mondo in tutte le sue articolazioni.
Una fede ridotta a culto – ha concluso mons. Crociata - tradisce, prima di ogni altra
cosa, la fede stessa”. (A.L.)