I vescovi dell’Asia: il rischio è l’alleanza tra secolarizzazione ed estremismo
“Sulla secolarizzazione nelle società asiatiche fioriscono i fondamentalismi che sfruttano
le emozioni e i bisogni della gente”. E’ quanto ha dichiarato mons. Thomas Menamparampil,
arcivescovo di Guwahati, in India, e presidente dell’Ufficio per l’evangelizzazione
della Federation of Asian Bishops’ Conferences. Nel corso di un’intervista rilasciata
in occasione dell’incontro recentemente organizzato da questo organismo presso il
Redemptorist Center di Pattaya, in Thailandia, il presule ha spiegato che il fenomeno
della secolarizzazione e la crescita del fondamentalismo rappresentano “le due maggiori
sfide per l’evangelizzazione dell’Asia”. Durante il convegno - riferisce L’Osservatore
Romano - vescovi, teologi ed esperti dei problemi sociali del Continente asiatico
hanno discusso sul tema “Evangelizzazione in Asia nel contesto della secolarizzazione
e del fondamentalismo”. Per l’arcivescovo di Guwahati – rende noto l’agenzia Fides
- è importante che i vescovi asiatici “siano in grado di fornire risposte adeguate
per comprendere i motivi di questi due fenomeni”. Nel corso dei lavori a Pattaya -
ha spiegato mons. Menamparampil - i partecipanti hanno cercato di approfondire i contenuti
del saggio “Secolarization” (Oxford, 2011) del prof. Steve Bruce, docente di sociologia
presso l’Università di Aberdeen, in Inghilterra. Nel testo si afferma che “la secolarizzazione
è un fenomeno irreversibile dell’epoca moderna”. Oltre alla secolarizzazione, in molti
Paesi asiatici si assiste anche al fenomeno della crescita del fondamentalismo. Per
mons. Menamparampil, “nel continente asiatico il pericolo maggiore è il fondamentalismo
religioso: da un lato, il pentecostalismo, che attira e porta via fedeli alla Chiesa
cattolica; dall’altro lato, il fondamentalismo di matrice induista e islamica, che
disturba l’armonia sociale e religiosa”. A questo fenomeno — ha affermato l’arcivescovo
di Guwahati — la Chiesa non può rispondere con un approccio aggressivo. Alla secolarizzazione
- ha concluso - ci si oppone “contribuendo a costruire valori laici universalmente
validi”. Durante il convegno, in molti interventi si è ricordato il valore del dialogo
tra i leader religiosi appartenenti a diversi credi. “Questo dialogo - è stato ribadito
- è risultato utile anche per la pacificazione sociale e per il superamento dei pregiudizi”.
(A.L.)