2011-10-04 14:56:56

Congresso della Divina Misericordia: la testimonianza di un sacerdote tra gli emarginati del Brasile


La quarta giornata del secondo Congresso mondiale della Divina Misericordia, in corso fino a domani a Cracovia, è stata dedicata alla dottrina di Giovanni Paolo II. I partecipanti visitano questo pomeriggio Wadowice, città natale di Karol Wojtyla, dove è prevista la preghiera ecumenica sulla Piazza del Mercato, presieduta dal cardinale Angelo Comastri. Il servizio del nostro inviato, padre Tadeusz Cieslak:RealAudioMP3

La conferenza introduttiva sulla dottrina di Giovanni Paolo II nei riguardi della Divina Misericordia è stata pronunciata dal cardinale Kazimierz Nycz. Il metropolita di Varsavia ha sottolineato soprattutto la sfida che contiene lo stesso concetto della misericordia. Giovanni Paolo II chiede alla Chiesa di annunciare la Divina Misericordia con la sua gratuità che è estranea alla mentalità del mondo concentrato piuttosto sul concetto della giustizia. Sono seguite poi le testimonianze nelle varie parrocchie di Cracovia, a cui hanno partecipato centinaia di persone. Nella mattinata di oggi ha parlato tra gli altri suor Marie Simon-Pierre, guarita grazie all’intercessione di Giovanni Paolo II. Ha espresso la sua convinzione che la sua guarigione serve non solo per lei personalmente, ma soprattutto per continuare l’opera di misericordia svolta dalla sua Congregazione religiosa, specialmente a favore della famiglia e della vita. Alla fine dalla mattinata è stata celebrata la Messa presieduta dall’arcivescovo di Port-au-Prince, ad Haiti, Louis Kebreau. Anche nell’omelia pronunciata da mons. Jan Babjak, arcivescovo di Presov, in Slovacchia, è stata offerta una testimonianza sull’efficacia della preghiera alla Divina Misericordia. “Da quando recito la Coroncina alla Divina Misericordia davanti alla Sua Immagine, situata nella cappella arcivescovile - ha detto il presule slovacco di rito bizantino - sento che il Signore ha risolto molti dei miei problemi personali, ricevo la luce che mi aiuta a svolgere la mia missione pastorale, ottengo la forza che mi consente di accettare anche le sofferenze e le difficoltà, nonché di adorare Dio anche in queste situazioni”. Domani, la conclusione del Congresso con la Messa presieduta dal cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna, e con l’invio dei messaggeri della Divina Misericordia.

Tra le varie testimonianze a Cracovia, c’era anche quella di padre Joao Henrique, fondatore dell’Associazione “Alleanza della Misericordia” attiva tra i poveri e gli emarginati del Brasile. Padre Tadeusz Cieslak lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Questa associazione cerca di essere presenza della Misericordia tra i poveri, tra le persone escluse della società brasiliana, per portare a tutti questo annuncio, che è capace, come diceva Santa Faustina, di trasformare i peccatori in santi. Nella nostra povertà abbiamo iniziato senza niente, dormendo per strada, e oggi abbiamo la possibilità di assistere 20 mila persone al mese, distribuire 200 mila pasti ogni mese e abbiamo 23 case di accoglienza per bambini, per anziani, per persone malate, per donne di strada, cercando di accogliere questi fratelli con il cuore di Gesù.

D. - Il Brasile ha bisogno di questo annuncio della Misericordia Divina…

R. - Senz’altro, perché abbiamo delle realtà in Brasile molto drammatiche. Oltre alle difficoltà e alla confusione che spesso si vive dal punto di vista religioso, per mancanza di formazione, noi sentiamo soprattutto l’annuncio della Misericordia come testimonianza della carità. Come diceva Santa Faustina, noi dobbiamo annunciare la misericordia con la parola, con la carità e con la preghiera. E quindi anche attraverso la preghiera noi facciamo molte esperienze della forza dei carismi: siamo un’associazione che vive questa dimensione carismatica. Vediamo come veramente per questi fratelli più poveri, a volte distrutti dalla droga, distrutti da una vita di prostituzione, è solo la forza della preghiera che suscita in loro la gioia di poter rinascere, ricominciare nella forza dello Spirito Santo. Proprio questa settimana eravamo in una piazza annunciando l’amore di Dio, quando è arrivata la croce della Giornata della gioventù e l’abbiamo portata insieme al nostro cardinale, l’arcivescovo di San Paolo, Odilo Pedro Scherer in tutti i quartieri più poveri, dove c’è più traffico di droga. Le persone lasciavano il coltello, lasciavano la pistola, per poter ricominciare a vivere, commossi dalla presenza della Chiesa in mezzo a loro. Noi dobbiamo mostrare una Chiesa presente tra i poveri.

D. - E’ possibile anche trapiantare questa esperienza qui in Europa? Già avete fatto qualcosa?

R. - Noi abbiamo già una comunità a Lisbona e ne abbiamo aperta una adesso in Polonia. Stiamo iniziando ad imparare il polacco, una lingua così difficile, ma così bella. Abbiamo poi dei gruppi in Belgio e in Italia che portano l’annuncio della misericordia tra i poveri, tra i giovani soprattutto distanti dalla Chiesa.

D. - Ce ne sono tanti anche in Europa, così ricca, ma anche così povera…

R. - Senz’altro. Noi vediamo un’Europa così povera di Dio e così povera di senso della vita: dove si perde Dio, si perde il gusto della vita, il senso di un’esistenza che diventa un atto di amore per gli altri. E allora anche in Europa noi vediamo questo dilagare della droga, questo dilagare dell’ateismo, dei suicidi e tanti giovani tristi, che sono pieni di denaro, pieni di cose, di oggetti, di ricchezze materiali, ma così poveri spiritualmente. Ci accorgiamo veramente che quando fanno esperienza di quest’amore di Dio, ritrovano la gioia di vivere.

D. - Qualche parola ancora su questo raduno, su questo Congresso…

R. - E’ una cosa meravigliosa. Noi abbiamo proprio la gioia di poter annunciare la misericordia e questa spiritualità - cui il Papa Giovanni Paolo II ha consacrato il terzo millennio - è veramente la spiritualità di cui il mondo oggi ha necessità. Un commento ebraico diceva che Dio ha creato il mondo, ma non stava in piedi, lo ha ricreato, ma cadeva di nuovo, poi ha inventato la misericordia e finalmente è rimasto in piedi, è rimasto fermo. Vediamo che questo mondo cade da tutte le parti, fa acqua da tutte le parti. Solo una nuova civilizzazione della misericordia può sostenere la nostra società, una civilizzazione che dia attenzione all’uomo, che metta al centro l’uomo e non l’interesse economico, non il piacere, non il relativismo, non una verità falsa, che porta l’uomo alla morte, perché veramente fuori della Parola di Dio c’è la maledizione, c’è la morte, c’è la tristezza. Quindi, l’annuncio della misericordia, il cercare i piccoli, i poveri, coloro che non hanno fatto l’esperienza dell’amore di Dio, è una necessità estrema per questa nostra società ed è l’unico cammino di vita. (ap)







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