"In tutti
i processi indiziari – e questo è un tipico esempio di processo in cui mancano le
prove regine, come la confessione degli imputati o testimoni oculari dell’evento –
resta sempre, e resterà sempre, il dubbio sulla colpevolezza degli imputati, esisterà
sempre chi dirà che in realtà si sta facendo un’ingiustizia". "Da questo punto
di vista, afferma il presidente dei Giuristi cattolici Francesco D'Agostino alla Radio
Vaticana, non mi meraviglia affatto che un processo, oltretutto anche complicato -
per la stranezza di come si è verificato questo terribile omicidio di Meredith - non
possa che dare adito a dibattiti, controversie, interpretazioni che non finiranno
neanche nei prossimi giorni e dureranno ancora chissà quanto. In altre parole, bisogna
vedere le vicende della giustizia con molta freddezza, anche se mi rendo conto che
esortare alla freddezza non vada incontro ai desideri viscerali degli amanti della
cronaca nera"."L’immensa difficoltà di rendere giustizia, conclude D'Agostino, si
unisce alla necessità del sistema giudiziario, per garantire un minimo di convivenza
ordinata. In altre parole, il processo può anche essere definito un male, ma è sicuramente
un male necessario. Dobbiamo anche in questo caso avere quel minimo di obiettività
e di freddezza per riconoscere che dei processi non possiamo fare a meno e non possiamo
fare a meno di questi “poveri” giudici, sia togati che non togati, che vengono chiamati
a questo compito terribile di giudicare e che sono i primi, sicuramente, ad avere
consapevolezza della loro fallibilità". ( a cura di Luca Collodi )