Usa: Comitato dei vescovi per la libertà religiosa nel Paese
I vescovi degli Stati Uniti hanno istituito una speciale Commissione per monitorare
la situazione della libertà religiosa nel Paese. La decisione è stata presa alla
recente riunione del Comitato amministrativo della Conferenza episcopale (Usccb) ed
è stata resa nota il 29 settembre in una lettera del Presidente della Usccb, mons.
Timothy Dolan. “La Commissione – ha spiegato mons. William Lori, vescovo di Bridgeport
chiamato a presiederla - affronterà le crescenti minacce alla libertà religiosa nella
nostra società in modo che la missione della Chiesa possa procedere senza ostacoli
ed i diritti dei credenti e dei non credenti siano rispettati”. Come scrive infatti
mons. Dolan nella sua lettera, in America oggi la libertà religiosa "nelle sue molteplici
dimensioni è diventata oggetto di un crescendo di attacchi senza precedenti”. Il riferimento
è in particolare al ”crescente numero di programmi e politiche federali che attentano
al diritto di coscienza, o che comunque pregiudicherebbero il principio fondamentale
della libertà religiosa”. “Come pastori di oltre 70 milioni di cittadini statunitensi
–sottolinea la lettera - condividiamo una comune e stringente responsabilità di proclamare
la verità della libertà religiosa per tutti e quindi di proteggere il nostro popolo
da questa aggressione che sembra crescere ad un ritmo sempre più accelerato e in un
modo che nessuno di noi avrebbe potuto mai immaginare". L’arcivescovo di New York
elenca sei punti che suscitano particolari apprensioni nella Chiesa statunitense.
In primo luogo, c’è il regolamento introdotto dal Dipartimento per la salute americano
(Hhs) che impone la copertura sanitaria obbligatoria anche per la contraccezione e
la sterilizzazione, considerati come servizi di prevenzione per le donne, senza tutelare
la libertà di coscienza degli operatori interessati. A preoccupare le organizzazioni
cattoliche americane è poi l’inclusione dei servizi per la salute riproduttiva, compresa
quindi la distribuzione di contraccettivi e l’aborto, tra i servizi richiesti dallo
stesso Dipartimento per la salute a tutti gli enti benefici religiosi e non che assistono
le vittime del traffico di esseri umani o minori immigrati non accompagnati sul suolo
americano. Nella stessa direzione si muove l’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale
dipendente dal Dipartimento di Stato che esige con sempre maggiore frequenza che tutte
le organizzazioni umanitarie impegnate in programmi di prevenzione contro l’Aids offrano
tra i loro servizi la distribuzione di preservativi. Un quarto motivo di preoccupazione
è la decisione del Dipartimento di Giustizia di Washington, dello scorso febbraio,
di non difendere più la costituzionalità della cosiddetta DOMA, la legge a tutela
del matrimonio naturale quale unione tra un uomo e una donna promulgata nel 1996.
C’è poi il recente attacco dello stesso Dipartimento alla cosiddetta “eccezione ministeriale”
che, in conformità con il primo emendamento della Costituzione americana, permette
agli enti religiosi di selezionare autonomamente il personale secondo i criteri dettati
dalle proprie convinzioni religiose. Infine, ad allarmare l’Episcopato, è la recente
legalizzazione del matrimonio omosessuale nello Stato di New York, che anche in questo
caso lascia scarsi margini alla libertà di coscienza. L’arcivescovo Dolan ha precisato
che la nuova Commissione ad hoc sarà subito operativa e lavorerà in stretto contatto
con altri enti caritativi, organizzazioni cristiane e di altre religioni e studiosi
"per formare un fronte unito e forte in difesa della libertà religiosa nella nostra
nazione". (L.Z.)