Giornata dell'habitat: Ban Ki-moon rilancia la lotta contro i cambiamenti climatici
“Il nesso tra urbanizzazione e cambiamenti climatici è reale e potenzialmente mortale”.
Per questo occorre “riaffermare il nostro impegno nell’importante percorso verso un
futuro più sostenibile”, e “prestare maggiore attenzione ai cambiamenti climatici
nelle città del mondo”. È questa, come riferisce l'agenzia Sir, l’esortazione del
segretario generale Onu, Ban Ki-moon, in occasione del World Habitat Day (Giornata
mondiale degli insediamenti urbani) che ricorre oggi, e dedicato a “Città e cambiamento
climatico”. Nel suo Messaggio per la Giornata, istituita dalle Nazioni unite nel 1985
ogni primo lunedì di ottobre, il segretario osserva che quest’anno essa “cade nel
mese in cui i demografi prevedono la nascita del sette miliardesimo abitante del nostro
pianeta” il cui futuro, come quello della sua generazione, dipenderà in gran parte
“dal nostro modo di gestire le pressioni convergenti di crescita della popolazione,
urbanizzazione e cambiamento climatico”, prosegue Ban Ki-moon. Rammentando che entro
il 2050 “la popolazione mondiale sarà aumentata del 50% rispetto al 1999” e che “per
quella stessa data le emissioni globali di gas serra devono diminuire del 50% rispetto
ai livelli a cavallo del millennio”, Ban parla di “sfida 50-50-50” e sottolinea l’emergenza
dell’aumento del livello dei mari, “forte conseguenza dei cambiamenti climatici”.
Dai 60 milioni di oggi, avverte Ban, entro la fine del secolo saranno 130 milioni
le persone che vivono al disotto di un metro sul livello del mare e metropoli costiere
come Il Cairo, New York, Karachi, Calcutta, Belem, New Orleans, Shanghai, Tokyo, Lagos,
Miami e Amsterdam potrebbero essere a rischio. “Centri di industrializzazione e fonti
di emissioni”, sottolinea il segretario Onu, le città sono anche sede di soluzioni”
perché sempre più Comuni “sfruttano il vento, l’energia solare e geotermica, contribuendo
alla crescita verde e a migliorare la protezione dell'ambiente”. Ma per Ban gli “sforzi
a livello locale” non bastano: devono essere supportati da “iniziative internazionali”.
Richiamando la creazione del Fondo di adattamento ai cambiamenti climatici e l'adozione
del piano d'azione per ridurre le emissioni da deforestazione e degrado forestale
(Redd plus), il segretario rileva che c’è consenso “sull'obiettivo di limitare l’aumento
della temperatura globale entro i 2°C. I Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo
si sono impegnati per ridurre i gas effetto serra in un formale e responsabile accordo
responsabile internazionale. Ora – conclude - abbiamo bisogno di costruire su questi
progressi. La Conferenza Onu sui cambiamenti climatici in programma il prossimo dicembre
a Durban deve conseguire progressi decisivi”. Nel 2012 “l’urbanizzazione sarà all'ordine
del giorno della Conferenza Onu Rio+20". (D.M.)