Proteste contro Wall Street a New York, 700 manifestanti arrestati
Negli Stati Uniti, si allarga la protesta degli ‘indignados’ contro la finanza e la
politica, ritenuti responsabili della crisi economica. La polizia di New York ha arrestato
circa 700 persone che hanno bloccato per alcune ore il ponte di Brooklyn. Le manifestazioni
si susseguono anche in alcuni Paesi europei, mentre le istituzioni di Bruxelles, sotto
la pressione dei mercati, sono chiamate a dare risposte concrete. Il servizio è di
Eugenio Bonanata:
Rafforzamento
del fondo salva-Stati e dossier Grecia, Paese che rischia il fallimento e l’uscita
dall’Eurozona. Questi i temi caldi della settimana che sta per aprirsi e che saranno
al centro del prossimo vertice – probabilmente il 9 ottobre - tra il presidente francese
Sarkozy e la cancelliera tedesca Merkel. Domani, peraltro, a Lussemburgo si apre la
riunione dei ministri delle Finanze dell’Ue. In giornata, invece, il governo di Atene
potrebbe annunciare nuove misure riguardanti il pubblico impiego. Mobilità per 30
mila unità e riduzione degli stipendi del 40% per un anno: una soluzione caldeggiata
da Bruxelles per ottenere il prezioso prestito europeo di 8 miliardi di dollari che
eviterà il tracollo del Paese ellenico. I vertici dell’esecutivo Papandreu sono fiduciosi,
mentre in Europa cresce il malcontento popolare. Ieri manifestazioni in Portogallo
e Ungheria e all’orizzonte c’è la prima giornata europea di mobilitazione contro le
politiche anti crisi. In Italia si scenderà in piazza il 15 ottobre e altre agitazioni
sono in programma nei giorni successivi. E il dissenso nei confronti del sistema finanziario
è diventato evidente anche negli Stati Uniti. Dopo giorni di presidi, gli ‘indignados’
hanno marciato sul ponte più famoso di New York, quello di Brooklyn. La polizia ha
dovuto interrompere la circolazione, fermando circa 700 manifestanti. Alcuni sono
stati rilasciati immediatamente, ma il fermento è arrivato anche a Boston e San Francisco
dove si contano una trentina di arresti. Ora le proteste puntano a Washington.
Medio
Oriente Israele ha accettato la richiesta del Quartetto per il Medio Oriente
– composto da Usa, Ue, Onu e Russia - per la ripresa immediata dei negoziati di pace
con i palestinesi. E’ quanto afferma un comunicato del primo ministro israeliano Netanyahu
in cui si sollecita l’Anp ad entrare nei negoziati senza ritardi. Israele – si legge
inoltre - esprime anche "qualche preoccupazione" che solleverà ai palestinesi "al
momento giusto".
Afghanistan In Afghanistan il presidente Karzai
sta rivedendo la strategia di negoziato con i talebani e "molto presto" annuncerà
alla nazione i prossimi passi. Lo ha riferito il portavoce della presidenza. Intanto,
all’indomani dell’arresto di un importante leader della rete talebana Haqqani da parte
delle forze Nato, oggi nove soldati afghani sono morti per l’esplosione di un ordigno
artigianale al passaggio del loro veicolo. E’ successo nella provincia di Paktiya
vicino alla frontiera col Pakistan.
Kenya-Somalia Cresce l’apprensione
per la sorte della sessantenne francese rapita la notte tra venerdì e sabato in Kenya
presso Lamu da un gruppo di uomini armati. Secondo le autorità locali la danna adesso
si trova in Somalia e il rapimento sarebbe probabilmente opera delle milizie islamiche
di al Shebab, che controllano parte del paese.
Libia In Libia, allarme
della Croce Rossa internazionale per la condizione dei civili a Sirte, la città natale
di Gheddafi sotto assedio da diversi giorni. La situazione è disperata: la gente muore
per la mancanza di cure mediche di base e l’ospedale è stato distrutto dai razzi.
I ribelli hanno proposto ai lealisti due giorni di tregua proprio per consentire ai
civili di lasciare la zona. Intanto, la Nato deciderà la prossima settimana sulla
fine della missione, mentre ieri a Tripoli sono ripresi i primi voli internazionali
e commerciali del dopo-Gheddafi.
Siria L’opposizione siriana al lavoro
nel tentativo di creare un fronte unitario per coordinare le proteste antigovernative.
Con questo obiettivo, oggi a Istanbul, in Turchia, il Consiglio nazionale siriano
ha indetto una riunione con gli altri gruppi dissidenti per eleggere il presidente
e i capi delle diverse commissioni. All’appuntamento, dopo giorni di trattative, parteciperà
anche il Consiglio transitorio nazionale.
Yemen Nello Yemen, all’indomani
dell’uccisione del leader terrorista al-Awlaki, decine di soldati hanno perso la vita
a causa del "fuoco amico" durante gli ultimi scontri con presunti membri di al Qaeda
avvenuti ieri a Zinjibar nel Sud del Paese. Secondo fonti militari l’aviazione ha
colpito una scuola che si pensava essere nelle mani dei ribelli.
Tunisia Al
via in Tunisia la campagna elettorale in vista delle elezioni del 23 ottobre. Vi prendono
parte decine di formazioni politiche, dopo decenni di dittatura e di partito unico.
A vigilare sul processo, iniziato ufficialmente ieri, decine di osservatori dell’Osce
che stanno visitando diverse circoscrizioni.
Marocco Il Marocco ha
annunciato di aver smantellato una cellula terroristica composta da 5 persone che
utilizzava Internet “per stabilire legami con Al Qaeda, in particolare in Siria, Iraq,
Turchia, Yemen e Somalia”. Secondo la polizia, il gruppo aveva “giurato fedeltà ad
Al Zawahiri”, considerato l'attuale capo di Al Qaida.
Indonesia In
Indonesia la polizia ha annunciato l’arresto di un uomo sospettato di aver partecipato
all'attentato suicida contro una chiesa protestante di Giava, che il 25 settembre
scorso ha provocato una ventina di feriti tra i fedeli. L’uomo, considerato il responsabile
dell’atto, è stato fermato sull’isola di Sumatra.
Spagna-Eta L'organizzazione
separatista basca Eta si è detta pronta a cooperare con una commissione internazionale
di verifica del cessate il fuoco decretato a gennaio. In un comunicato pubblicato
dal giornale basco "Gara", l’Eta ha anche rivolto un appello a Parigi e Madrid a riconoscere
tale organismo, composto da cinque esperti internazionali di conflitti politici e
presentato mercoledì scorso a Bilbao.
Italia - Festa dei nonni I
nonni e le nonne sono insostituibili nella vita familiare. Così il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano nel suo messaggio in occasione dell’odierna giornata
dei nonni. Il Capo dello Stato ha ricordato il sostegno offerto alla crescita e allo
sviluppo dei più piccoli e ha sottolineato la necessità che le istituzioni difendano
i diritti degli anziani. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 275