Venerdì
30 settembre 2011 - Benedetto XVI all'udienza generale dell'altro ieri: "Abbiamo
visto di nuovo quanto sia importante la nostra comune testimonianza della fede in
Gesù Cristo nel mondo di oggi, che spesso ignora Dio o non si interessa di Lui. Occorre
il nostro comune sforzo nel cammino verso la piena unità, ma siamo sempre ben consapevoli
che non possiamo “fare” né la fede né l’unità tanto auspicata. Una fede creata da
noi stessi non ha alcun valore, e la vera unità è piuttosto un dono del Signore, il
quale ha pregato e prega sempre per l’unità dei suoi discepoli. Solo Cristo può donarci
quest’unità, e saremo sempre più uniti nella misura in cui torniamo a Lui e ci lasciamo
trasformare da Lui." Il dono della fede e il dono di noi stessi al prossimo.
Ogni dono deriva da un trasferimento: di sé ad altri, di una parte di sé ad altri. Il
dono più alto: Gesù Cristo, offertosia noi nell'Eucaristia e sulla Croce. E poi
il dono delle parole, l'importanza della gammatica secondo l'originale interpretazione
del cardinale Ravasi. E amche il salvastati deciso dal bundestag tedesco,un
dono a suo modo,a garanzia della stabilità economica in tutta Europa. Ancora, il
dono di poter dialogare su Dio: a confronto su un quotidiano romano il teologo
Mancuso e lo scrittore D'Ormesson. Se ogni dono è un trasferimento e
dunque un viaggio di una parte di noi a una parte di qualcun altro, ogni viaggio è
un dono: il Festival della Letteratura di viaggio in corso in questi giorni
in parte lo conferma. Per finire: Insieme si può. La festa del volontaraito
presso la onlus Fondazione don Gnocchi testimonia la varietà dei doni reciproci
che possono derivare dal mettersi al servizio degli altri