2011-10-01 17:01:33

Corno d'Africa: gli aiuti, una goccia nel mare della carestia


E’ urgente fare il punto sull’emergenza umanitaria nel Corno d’Africa causata dalla carestia e dalla siccità. Nonostante il piano di aiuti internazionali, la situazione è sempre drammatica, soprattutto per bambini e anziani. Il 7 ottobre prossimo, nella Sala Stampa vaticana, si terrà una conferenza stampa su questo tema, alla quale parteciperanno il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, il cardinale Robert Sarah, mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio, il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, e il direttore esecutivo del Catholic Relief Service, Kenneth Hackett. Parteciperanno, inoltre, i responsabili di organismi caritativi cattolici operanti nella regione. Sulla situazione Giancarlo La Vella ha intervistato l’esperto di Africa, Enrico Casale, della rivista dei Gesuiti “Popoli”:RealAudioMP3

R. – La situazione umanitaria è sempre critica, perché ci sono migliaia di persone in assoluto stato di bisogno. La siccità ha inciso in modo gravissimo su una situazione già grave di per sé: in tutto il Corno d’Africa c’è un’agricoltura di sussistenza e sono sufficienti pochi elementi per mandarla in crisi. A questo si aggiunge un’instabilità politica che dura nel Corno d’Africa da ormai 19 anni.

D. – Come sta andando avanti il piano degli aiuti internazionali?

R. – Il piano degli aiuti internazionali sta andando avanti, in Somalia, soprattutto nelle zone controllate dal governo e con enormi problemi invece nelle altre zone, dove gli Shabaab sfruttano questi aiuti umanitari per creare consenso: gli aiuti umanitari vengono cioè distribuiti direttamente da loro e non dalle organizzazioni umanitarie. Quindi, vengono distribuiti a fini politici, più che a reali fini umanitari.

D. – E’ difficile arrivare nel Corno d’Africa anche via mare per l’emergenza causata dai pirati...

R. – Certamente, quello dei pirati è un fenomeno che dura da anni, che ha delle forti complicità a livello internazionale: il traffico dei pirati è gestito da organizzazioni criminali che hanno la loro base in Europa e negli Stati Uniti e stringe alla gola anche i commerci che riguardano l’Europa, perché controlla il Golfo di Aden e quindi l’accesso al Canale di Suez. Mi preme sottolineare la situazione tragica dei marinai italiani che sono stati rapiti a febbraio e che vivono in condizioni durissime, in attesa che venga pagato un riscatto o ci sia un intervento da parte del governo italiano.

D. – Se dovessimo tracciare un bilancio ormai a diversi mesi dall’inizio dell’emergenza siccità e carestia, che cosa si potrebbe dire?

R. – Se noi guardiamo complessivamente questa siccità, non è più sufficiente solamente portare aiuti alla popolazione, ma è assolutamente indispensabile aiutare queste popolazioni a ricreare un sistema sociale e, per quanto riguarda la Somalia, anche un sistema politico che permetta di superare queste crisi sia dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista dei rapporti sociali, che si disgregano di fronte a fenomeni di questo tipo. (ap)







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