Alta tensione nel nord del Kosovo al confine con la Serbia, dove da giorni si registrano
incidenti tra serbi da una parte e poliziotti kosovari dall’altra, appoggiati dalla
missione europea “Eulex” e dalle forze Nato della “Kfor”. Della delicata situazione,
si è occupato anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu che non ha, però, raggiunto
alcuna posizione condivisa. Tuttavia, il problema al confine non sarebbe di natura
politica ma di criminalità comune. Ne è convinto don Matteo Di Fiore, direttore
del Centro salesiano del Kosovo, raggiunto telefonicamente a Pristina da Luca Collodi:
R. - Dal
25 luglio scorso, il governo del Kosovo ha deciso di controllare i confini nella parte
Nord della Serbia, vicino a Mitrovica. Questo ha trovato l’opposizione di alcune bande
che hanno interesse a lasciar liberi questi confini, per poter far passare varie merci
di contrabbando - armi, alcol, gasolio - e poter essere quindi liberi di muoversi
con facilità in tal senso. Il governo del Kosovo, con l’apporto delle forze internazionali,
ha deciso di porre un freno a tutto questo e regolarizzare il tutto anche per quanto
riguarda la parte kosovara.
D. - Si tratta non tanto di questioni etniche
tra serbi e kosovari ma di criminalità che teme di dover cessare i propri traffici
illegali…
R. - Sì, è proprio così. Infatti, internamente al Kosovo,
non avvengono contrasti etnici: la Costituzione del Paese dice molto chiaramente di
dover rispettare e riconoscere anche le minoranze etniche, tra cui appunto i serbi.
D.
- In questo momento, com’è la situazione dei cristiani presenti in Kosovo?
R.
- Il 5 settembre, per il secondo anno consecutivo, abbiamo organizzato un bellissimo
ricordo per Madre Teresa nella cattedrale di Pristina. C’è stata una grandissima partecipazione,
anche da parte delle autorità kosovare. La convivenza è quindi molto tranquilla, anche
se c’è qualche gesto sporadico da parte di fanatici musulmani. In genere, comunque,
la situazione è tranquilla e pacifica.
D. - In Kosovo ci sono infiltrazioni
dell’integralismo musulmano o anche dei tentativi d’infiltrazione?
R.
- Si dice che potrebbero esserci, però non sono tali da avere ricadute degne di nota.
(vv)