2011-09-30 13:55:05

Nello Stato indiano dell'Orissa continua il calvario dei cristiani


I cristiani vittime nell’agosto 2008 dei pogrom a Kandhamal, nello Stato di Orissa, attendono ancora che sia fatta giustizia e la loro situazione resta drammatica. E’ quanto sottolinea in una petizione il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), Sajan K. George, che ha indirizzato al giudice Balakrishna, presidente della National Human Rights Commission (Nhrc) a New Delhi. “Ancora una volta – si legge nella petizione ripresa dall'agenzia AsiaNews - chiediamo attenzione in seguito alle “violazioni dei diritti umani a Kandhamal, in Orissa”. “Vi preghiamo di prendere in considerazione il grido di aiuto di centinaia di vittime dell’odio e dell’apatia del governo”. Oltre 100 cristiani sono stati uccisi tre anni fa nei pogrom, e molti sono stati costretti a fuggire nella giungla per salvarsi. Ma la persecuzione continua ancora. “In molte stazioni di polizia – spiega il presidente del Global Council of Indian Christians - sono state sporte denunce contro i cristiani per presunte conversioni forzate”. “Quando è stato chiesto [ai poliziotti] perché agivano in base a denunce così inconsistenti, hanno rivelato di aver ricevuto ordini dall’alto: i cristiani portati alla polizia sotto denunce false devono essere subito incarcerati non possono uscire su cauzione”. Spesso, si lamenta nella petizione, questa ingiustizia è visibile. Ma più di frequente, è solo la punta di un iceberg. Lo Stato dell’Orissa – conclude Sajan K. George - ha inoltre fallito nelle operazioni di riabilitazione e di ripristino della situazione per le vittime della violenza. (A.L.)







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