Nelle Filippine, l’impegno per l’educazione delle missionarie del Santissimo Sacramento
Con l’istruzione si può sconfiggere la povertà: ne è convinta suor Rosanna Favero,
missionaria del Santissimo Sacramento, da 20 anni a Mindoro occidentale nelle Filippine.
La missionaria – sostenuta dall’Opam, l’Opera di promozione dell’alfabetizzazione
nel mondo – è particolarmente impegnata nel campo dell’educazione delle giovani generazioni.
In questa intervista di Alessandro Gisotti, suor Favero racconta la sua esperienza:
R. – Ci siamo
resi conto che molti bambini e ragazzi non potevano frequentare la scuola, e quindi,
con molta semplicità, abbiamo iniziato a fare quello che noi potevamo fare. L’Opam
è subito intervenuta, perché qualcuno ci ha indirizzati all’Opam e ci ha aiutato.
Ci ha aiutato finanziariamente ed anche a creare un piccolo capannone. Là abbiamo
iniziato a radunare questi bambini e ragazzini. Li abbiamo preparati per essere poi
reinseriti nel livello scolastico dove potevano essere accettati e per aiutarci, a
loro volta, con gli altri ragazzi a venire. I nostri collaboratori sono stati perciò
i ragazzi stessi che abbiamo aiutato all’inizio.
D. – Quindi anche l’importanza
di una partecipazione diretta da parte della popolazione...
R. – Certo.
In realtà, noi oggi operiamo in 58 villaggi dell’isola. Ma possiamo fare questo solo
perché, secondo me, la gente locale ha compreso quale poteva essere la chiave per
lo sviluppo del territorio. Queste persone hanno tanti doni, ma a volte non hanno
le risorse per poterli sviluppare. Se uno comprende e riesce a vedere – anche attraverso
lo studio – il mondo in un’altra dimensione, potrà anche avere dei ruoli, nella società
come nel piccolo contesto locale, che possono aiutare gli altri a svilupparsi meglio.
D.
– Quanto sono importanti le adozioni scolastiche?
R. – Sono molto importanti.
Noi abbiamo visto che queste “adozioni” sono diventate anche un incentivo per le insegnanti
stesse, che addirittura sono così incoraggiate un po’ di più. Naturalmente vengono
anche aiutate, perché pensiamo a provvedere al materiale necessario, anche per la
scuola. In questo modo, si sentono richiamate a riscoprire il valore dell’insegnamento:
non è solo il pagare la tassa scolastica o il fornire il materiale didattico di cui
necessita il bambino. E’ aiutare a capire il valore della conoscenza, perché una persona
ignorante rimane schiava. L’ignoranza è proprio quella forma di schiavitù che bisogna
cercare di spezzare. (vv)