Myanmar: il governo blocca i lavori della diga sull’Irrawaddy, soddisfatti i vescovi
Il governo del Myanmar ha annunciato il blocco dei lavori della diga di Myitsone,
sul fiume Irrawaddy, nel Nord del Paese. Il presidente Thein Sein lo ha comunicato
al Parlamento dopo oltre una settimana di incontri, eventi pubblici, iniziative della
società civile birmana. Alla campagna denominata “Salvate l’Irrawaddy” si sono uniti
i monaci buddisti e anche i vescovi. Nei giorni scorsi, la Conferenza episcopale cattolica
e i vescovi protestanti avevano scritto una lettera al governo chiedendo “di ascoltare
le voci e le preoccupazioni della popolazione”. Tutte voci concordi sul fatto che
la diga, oltre a fornire energia idroelettrica alla Cina, avrebbe intaccato la sicurezza
alimentare e generato povertà per migliaia di cittadini. Mons. Raymond Saw Po Ray,
vescovo di Mawlamyine e presidente della Commissione “Giustizia e Pace” dei vescovi,
accoglie con favore la decisione del governo. “E’ un segnale molto positivo per la
nazione. Il governo – spiega all’agenzia Fides - ha detto di voler ascoltare la volontà
del popolo. Come vescovi e come cristiani abbiamo segnalato le conseguenze del progetto
della diga e siamo soddisfatti” di questa decisione. Il prossimo passo, aggiunge
il presule, “è la fine del conflitto” che riguarda “le minoranze etniche”. “Come cristiani
– osserva Mons. Raymond Saw Po Ray – continueremo a sensibilizzare e ad adoperarci,
nel nostro piccolo, per la pace”. “Il 4 ottobre prossimo, festa di San Francesco di
Assisi, pregheremo in una speciale Giornata per la pace e per l’unità del Paese”.
Proseguono anche gli sforzi nel dialogo interreligioso con i buddisti. Un monaco buddista
birmano è stato invitato e sarà presente ad Assisi, il 27 ottobre prossimo, nella
celebrazione del 25.mo anniversario della Giornata di preghiera per la pace con i
leader delle religioni mondiali. “Siamo certi – conclude il vescovo di Mawlamyine
- che questi sforzi daranno frutti”. (A.L.)