Mons. Crociata: "Percorsi politici innovativi per i cattolici, ma la Chiesa non fa
i governi né li manda a casa"
Si sono conclusi i lavori della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente
della Cei. Questa mattina nella sede della nostra emittente la conferenza stampa finale,
alla presenza del segretario generale, mons. Mariano Crociata, che ha illustrato in
relazione all’analisi fatta dai vescovi in questi giorni della realtà italiana le
linee guida e le priorità della Chiesa dei prossimi anni, in primo piano educazione
cristiana, famiglia e formazione sacerdotale. Il servizio di Gabriella Ceraso.
Mettersi
in ascolto del presente, per darne una lettura di fede, sotto la spinta dell’invito
fatto in apertura dal cardinale Bagnasco a “non rimanere spettatori intimiditi di
un Paese disamorato e rassegnato, che subiscono l‘oscuramento della speranza collettiva”.
Da questa consapevolezza condivisa sono partiti i vescovi italiani nei lavori della
settimana. Nello specifico, ha preso forma l’urgenza di “concorrere alla rigenerazione
del soggetto cristiano”, ossia alla riproposta in chiave sociale dell’esperienza di
fede, riconosciuta come questione decisiva. Questo dopo una prima fase di analisi
attenta della realtà svolta dai vescovi, da cui emerge, dicono, un Occidente scosso
da una globalizzazione non governata, da un generale calo demografico ed incapace
di correggere abitudini di vita superiori alle proprie possibilità. Da qui la questione
morale e il rischio povertà per le famiglie. Mons. Crociata:
“L’immagine
di istituzioni compromesse da comportamenti impropri, da corruzione diffusa, da speculazione:
questa considerazione amareggia a fronte dei drammi che si vivono, come quello dell’immigrazione
o di un progressivo impoverimento delle famiglie e dell’esigenza di provvedimenti
economici, che provino ad affrontare la gravità della crisi”.
In questa
analisi, e mons. Crociata lo ha ribadito rispondendo anche ai giornalisti, non c’è
un giudizio politico, che non compete alla Cei, la quale – dice - non fa i governi
e neanche li manda a casa, bensì c’è lo sforzo a far convergere il senso di responsabilità
intorno a valori condivisi:
“Perché attorno a questi valori si ritrovi
una volontà di sostenere e accompagnare il Paese in questa fase che presenta difficoltà
di vario genere”.
I vescovi si richiamano alla sapienza della Dottrina
sociale della Chiesa che può dare speranza, dicono, passando attraverso la riaffermazione
del primato della persona, della famiglia, di percorsi politici innovativi cui i cattolici
si impegnino con ritrovato vigore, pur senza pensare di fare rinascere un partito
politico. Quindi sono state valorizzate sia le tante iniziative con cui la Chiesa
sostiene il bene comune nel tessuto sociale e soprattutto è stata ribadita dai vescovi
la centralità dell’educazione alla fede. Ancora mons. Crociata:
“L’esigenza
di fare della fede l’orizzonte all’interno del quale il nostro sguardo e la nostra
iniziativa si muovono. Ed è proprio dalla fede che sgorga la speranza. In questo senso,
la questione di Dio rimane decisiva anche come fondamento di una ripresa, pur in una
situazione difficile”.
Da qui il Consiglio permanente ha formulato il
programma di lavoro della Cei per il prossimo quadriennio, mettendo a fuoco soggetti
e metodi dell’educazione in rapporto in questo primo periodo, verso il 2020, con la
comunità ecclesiale. Alla famiglia, a tutto tondo - non solo soggetto sociale, ma
anche giuridico, antropologico, teologico - sarà invece dedicata la prossima la 47.ma
Settimana sociale dei cattolici italiani, che probabilmente si svolgerà in una città
del nord. Rimandata invece alla prossima sessione di lavoro la definizione finale
della bozza esplicativa per l’Italia delle linee guida della Congregazione della Dottrina
della Fede circa gli abusi sessuali sui minori compiuti da chierici.
Una
chiamata dunque alla responsabilità, a tutto campo, quella rivolta dai vescovi italiani
alla classe politica, ma anche a tutti i cattolici, in vista del bene comune del Paese.
Responsabilità che nulla ha a che fare con la nascita di un nuovo partito politico
cattolico. E’ quanto sottolinea, al microfono di Luca Collodi, Antonio Maria Baggio,
docente di Filosofia politica all’Università “Sophia” di Loppiano: