Antonio Maria Baggio, politologo, docente Filosofia Politica Università "Sophia" di
Loppiano (Fi) I
laici cattolici devono senz’altro prendere in grande considerazione ciò che ha detto
il cardinale Bagnasco perché ha fatto un elenco di una serie di comportamenti negativi
da parte del ceto politico e sono come indicatori della situazione. L’analisi che
i cattolici devono fare, i comportamenti da prendere sul piano pubblico, devono tradurre
le parole del cardinale. Sulla responsabilità, sottolinerei due aspetti. Il primo,
per esempio, la legge elettorale. E’ una legge, l’attuale, che difende il ceto politico
che non vuole più rispondere, essere responsabile significa rispondere del proprio
operato. L’altro aspetto della responsabilità è la mancanza di una decisione, la mancanza
di una strategia per il Paese. Il problema che abbiamo ora, e che il cardinale ha
suscitato con accoramento e decisione, è che il politico che di per sé dovrebbe risolvere
i problemi è diventato un problema di per se stesso. Il fatto di indicare
un soggetto, io non credo che si possa interpretare come un unico soggetto sociale
che diventa interlocutore della politica, ma a me sembra come uno sforzo per creare
centri di pensiero e sviluppare una grande impresa culturale che formi questa generazione
che deve entrare in politica. Serve un movimento sociale, un movimento civile vero
e proprio perché si operi questa sostituzione di classe politica e di preparazione
di quella nuova. Il ceto politico attuale è frutto di tangentopoli quando furono eliminate
diciamo le persone di responsabilità che stavano in prima fila e spesso sostituite
da persone di seconda e spesso di terza fila che non erano abituate a navigare alle
altezze della politica nazionale. E poi si è innescato il meccanismo della cooptazione,
cioè politici scelti dall’alto, dai partiti e non dai cittadini. E purtroppo questo
è un blocco che produce aria irrespirabile, che produce il marcio, e su questo non
possiamo aspettarci che cambi da solo. Ci vuole una potente spallata culturale e quindi
prendere coscienza che c’è un compito storico da fare oggi. Sostituire la classe dirigente
facendo sì che i migliori possano sviluppare un loro progetto politico. ( a cura
di Luca Collodi )