2011-09-28 15:37:43

La nuova evangelizzazione al centro della plenaria dei vescovi europei a Tirana: intervista con mons. Mirdita


Il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) si riunisce a Tirana, in Albania, da domani, 29 settembre, al 2 ottobre per la propria plenaria annuale, che sarà prevalentemente dedicata all’elezione della presidenza del Consiglio per il quinquennio 2011-2015 e alla nuova evangelizzazione nel Vecchio Continente. L’approfondimento di quest’ultima tematica si colloca nell’ambito del contributo degli Episcopati al prossimo Sinodo dell’ottobre 2012 convocato dal Santo Padre sul tema “La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Ma cosa significa per la Chiesa d’Albania questa plenaria dei presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa? Don Davide Djudjaj, responsabile del Programma albanese della Radio Vaticana, lo ha chiesto al presidente della Conferenza episcopale d'Albania, mons. Rrok Mirdita:RealAudioMP3

R. - Per la Conferenza episcopale d’Albania, per tutta la Chiesa martire albanese e per me personalmente come presidente della Conferenza episcopale d’Albania, è una grande gioia, è un privilegio e una ricchezza. Voglio ringraziare la Presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per aver accettato l’invito a venire in questa terra, presso questa Chiesa che ha sofferto troppo e a lungo per la fede in Cristo e per il Vangelo e che oggi è in cammino per la rinascita spirituale, umana e sociale.

D. - Eccellenza, il tema centrale dell’Assemblea sarà la nuova evangelizzazione: un confronto sulle idee, sulle situazioni e sulle proposte. La Chiesa d’Albania cosa dice e cosa offre in proposito?

R. - La Chiesa d’Albania ha una storia di duemila anni, il Vangelo di Cristo è giunto in questa terra e tra la nostra gente fin dall’inizio, all’epoca apostolica, con San Paolo e altri suoi discepoli. Qundi abbiamo un cristianesimo molto antico, ricco di testimonianze straordinarie di fede in Cristo, rese da numerossimi martiri fino all’ultima persecuzione, quella durante la dittatura comunista. Quindi offriamo la nostra ricchezza spirituale di fede, sigillata con la vita. Poi vogliamo raccontare la forza della piccola Chiesa albanese, che durante i secoli è stata duramente perseguitata, ma che ha sempre saputo rialzarsi e con la grazia del Signore e con l’aiuto delle Chiese sorelle ha ricominciato la sua vita spirituale. Inoltre la Chiesa albanese ha saputo sempre coltivare e tessere buoni rapporti con le altre comunità religiose presenti in Albania: con la comunità islamica e gli ortodossi. Abbiamo questa ricchezza interreligiosa ed ecumenica, basata sul rispetto reciproco, la tolleranza e il dialogo di base, quello della vita quotidiana.

D. - Cosa vuol dire per la Chiesa d’Albania la nuova evangelizzazione?

R. - Per noi evangelizzare vuol dire conoscere sempre di più Cristo, conoscere il suo messaggio di salvezza, accogliere Lui e la sua Parola di vita e poi testimoniarlo nella realtà della vita quotidiana. In questi 20 anni dalla caduta del regime comunista, che aveva proclamato l’ateismo di Stato, l’Albania ha fatto molti progressi: ci sono segnali positivi, ma – purtroppo - anche negativi come l’ateismo e la secolarizzazione. Noi siamo impegnati nel fare conoscere alla gente la proposta di vita che viene dal nostro Signore Gesù Cristo, una proposta di vita che diventa dono d’amore e di fraternità per gli altri, una scintilla che accende il desiderio di conoscere ed accogliere Cristo come via, verità e vita.

D. – Eccellenza, com’è stata accolta dalla società albanese questa assemblea plenaria dei presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa?

R. - Con molto rispetto, con tanta simpatia, con curiosità: è una sorta di riunione del Consiglio d’Europa e vedono nella Chiesa cattolica un sostegno forte per la riconferma di quei valori umani, etici, spirituali dei quali la società albanese ha bisogno. La società albanese ha bisogno di Dio e questo suo desiderio, sincero e profondo, lo cerca anche e sopratutto attraverso la Chiesa cattolica. Noi siamo contenti e ci sentiamo responsabili di questo: aiutare la gente ad incontrare Dio nella vita.







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