Pakistan: bimba di dieci anni accusata di blasfemia per un errore ortografico
Un errore di ortografia ha portato ad un’accusa di blasfemia, e a serie conseguenze
per una bambina cristiana di 10 anni e la sua famiglia ad Abbottabad. Faryal Bhatti,
figlia di un’infermiera, Sarafeen Bhatti è studentessa alla High School della Havelian
Colony. Il 22 settembre, durante un esame ha scritto male una parola in urdu, sbagliando
il posto in cui mettere un punto. Così la parola, riferita al profeta Maometto, si
è trasformata da “poesia di lode” (naat) a “maledizione (lanaat). L’insegnate di urdu,
la signora Fareeda, ha sgridato severamente Faryal di fronte a tutta la classe, nonostante
la bambina si giustificasse dicendo che si trattava di un errore. La notizia del presunto
insulto a Maometto si è diffusa nella scuola; gli insegnanti e la direzione hanno
accusato la bambina di blasfemia. Le autorità scolastiche hanno informato quelle religiose,
che insieme con gli abitanti della colonia hanno inscenato una manifestazione, chiedendo
che ci fosse una denuncia alla polizia contro la bambina, l’espulsione dalla scuola
e l’allontanamento della sua famiglia dalla Colony. Diversi esponenti musulmani sono
intervenuti nella vicenda. “E’ un errore innocente di una bambina”, ha detto il religioso
islamico Maulana Mehfooz . “Molti studenti musulmani nelle madrase – ha spiegato -
pronunciano in modo sbagliato le parole arabe, cambiando il senso. Non si può punire
un bambino per un errore non voluto. La bambina ha solo 10 anni, ne avrà un trauma.
Faryal Bhatti è stata sottoposta a tutto questo solo perché è cristiana, protesto
contro la decisione di espellere la bambina e di trasferire la madre”. Il vescovo
di Rawalpindi-Islamabad, mons Rufin Anthony, ha affermato che “ora anche gli studenti
cristiani sono vittimizzati e accusati di blasfemia. La società – ha detto il presule
le cui parole sono state riprese da AsiaNews - sta diventando così intollerante che
un errore minuscolo ottiene una grande attenzione. Gli ulema hanno deciso la punizione
di una bambina che non sa neanche che cosa ha fatto. Avrebbero dovuto spiegarle l’errore,
se errore era, guadagnando la sua fiducia a rendendo così un servizio alla religione.
Quello che è accaduto è esattamente l’opposto”. (A.L.)