I Somaschi ricordano domani il 500° della liberazione dal carcere di San Girolamo
Emiliani
L’Ordine dei Chierici Regolari Somaschi ricorda domani il quinto centenario della
liberazione dal carcere del fondatore, San Girolamo Emiliani, un evento prodigioso
avvenuto nella notte del 27 settembre 1511 per intercessione della Beata Vergine Maria.
L’evento che avrebbe cambiato l’esistenza del nobile veneziano (1486-1537) si colloca
nel contesto della guerra che tra il 1508 e il 1516 oppose Venezia ad un gran numero
di potenze europee. Strenuo difensore, insieme a tutta la sua famiglia, della libertà
della Repubblica veneta, Girolamo cadde prigioniero nel forte di Castelnuovo di Quero,
assediato dalle milizie inviate dal generale francese la Palisse. Iniziava per il
futuro Santo un durissimo periodo di prigionia, con ceppi ai piedi e una pesante palla
di marmo fissata al collo da una catena. Il prigioniero si ricordò allora della Madonna
dei Miracoli di Treviso, alla quale si rivolse in preghiera promettendo di recarsi
a piedi al suo Santuario con la camicia del carcerato e di farvi celebrare delle Messe.
Seguendo le indicazioni dategli da Maria nel corso di due apparizioni, si ritrovò
libero, sulla via di Treviso, ormai al sicuro. Poté sciogliere il suo voto dopo la
pace di Noyon del 1516, quando il Santuario venne restaurato e riaperto; davanti all’icona
di Maria depose come ex voto i ceppi, la palla di marmo e le chiavi degli strumenti
di prigionia. Andava nel frattempo maturando in lui il desiderio di un cambiamento
esistenziale mediante la comunità di vita con i poveri e gli orfani: l’affinità per
le persone sole e abbandonate, nata in lui fin dalla perdita dei genitori all’età
di 10 anni, era stata rafforzata e confermata dalle apparizioni della Vergine, che
lasciarono una profonda impronta nella sua spiritualità. Nel 1531 decise di lasciare
“il mondo” per dedicarsi, da laico, al servizio di emarginati e abbandonati; come
membro del movimento del Divino Amore collaborò nell’organizzazione delle opere di
carità a Venezia (Ospedale degli Incurabili, Bottega degli Orfani), nel resto del
Veneto e in Lombardia per incarico dei vescovi locali. Il suo carisma e stile di vita
furono ben presto condivisi da numerosi seguaci che Girolamo riunì nella Compagnia
dei Servi dei Poveri, ora chiamati Padri Somaschi. L’apostolo dei bisognosi morì a
Somasca (Lecco) l’8 febbraio 1537, dopo aver contratto la peste dai malati affidati
alle sue cure durante una virulenta epidemia. In occasione dell’anniversario giubilare
dell’istituto religioso, il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato un Suo particolare
Messaggio al Preposito generale dell’Istituto, padre Franco Moscone. Le celebrazioni
centenarie si sono aperte ieri nel Santuario di Santa Maria Maggiore a Treviso, con
una Liturgia Eucaristica presieduta dal vescovo Agostino Gardin, per concludersi a
Somasca il 30 settembre 2012. (A cura di Marina Vitalini)