Sud Sudan: dopo l’indipendenza, ancora molti i nodi da scegliere
All’indomani dell’indipendenza del Sud Sudan, il nuovo Stato africano vive forti tensioni,
soprattutto nelle zone di confine con il Kordofan del Sud e con il Nilo Azzurro, dove
si susseguono da giorni violenti scontri. Intanto, venerdì scorso, il primo presidente
eletto del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, ha fatto il suo intervento all’Assemblea
Generale dell’Onu in corso a New York. Il commento di Anna Bono, docente di Storia
e Istituzioni dei Paesi africani all'Università di Torino, intervistata da Francesca
Smacchia:
R. – A luglio,
quando ufficialmente è nato lo Stato del Sud Sudan, pochi giorni dopo la cerimonia
d’investitura del capo dello StSMACato, il sud Sudan ha anche chiesto - naturalmente
l’ha subito ottenuto - di entrare a fare parte sia dell’Unione africana sia delle
Nazioni Unite ed è diventato il 194.mo Stato delle Nazioni Unite. Quindi il nuovo
Stato, a pieno titolo, occupa un seggio, una posizione, e per la prima volta ha una
voce sullo scenario internazionale.
D. – Se da una parte c’è una voce
sullo scenario internazionale, dall’altra parte, soprattutto per quanto riguarda i
confini del Sud Sudan, gravano in realtà ancora scontri e rivendicazioni, soprattutto
nelle zone del Kordofan del sud e del Nilo azzurro…
R. – Kordofan del
sud, Nilo azzurro e anche Abyei. L’accordo globale del 2005 che aveva messo fine alla
pluridecennale guerra civile tra il nord e il sud Sudan, in realtà, così globale non
è stato. Sono rimaste pendenti alcune fondamentali questioni relative agli Stati di
confine della federazione sudanese che sono particolarmente rilevanti in quanto questi
Stati di confine sono stati, per un verso, importanti in quanto vi si trovano giacimenti
di petrolio. Giacimenti che al Sudan del nord fanno particolarmente gola, tenuto conto
del fatto che ha già perso molte delle sue risorse petrolifere con la secessione.
Peraltro, non è solo questo il problema. Una parte delle popolazioni che vivono in
questi Stati, durante la guerra civile, si è schierata con il Sud Sudan e, da un lato,
questo ha sempre creato e crea problemi con la capitale, Khartoum, che ha reagito
negli anni molto violentemente nei confronti soprattutto di queste popolazioni; dall’altro
lato, accentua il problema del futuro di alcuni di questi Stati che, oltretutto, secondo
gli accordi globali, avrebbero dovuto potersi esprimere con un referendum e dichiarare,
decidere, se appartenere al nord o al sud Sudan. In particolare nella regione di Abyei
che è contesa ed è molto ricca di petrolio, il referendum che avrebbe dovuto svolgersi
in concomitanza con quello per decidere la secessione del Sud, è stato invece rimandato
“sine die”. E’ slittato proprio perché il governo di Khartoum dava come molto probabile
la decisione di questa regione di separarsi anch’essa e diventare parte del Sud Sudan.
(bf)