Il Papa ai giovani alla Veglia: siate “santi ardenti”, i cristiani tiepidi danneggiano
la Chiesa più dei suoi avversari
Oltre 30mila giovani hanno partecipato ieri sera alla Veglia di preghiera presieduta
da Benedetto XVI alla Fiera di Friburgo. In precedenza, l’incontro con il Consiglio
del Comitato centrale dei cattolici tedeschi. Il servizio di uno dei nostri inviati
in Germania, Sergio Centofanti:
(canti) Una
piccola Gmg tedesca, con tanto entusiasmo, bandiere di tutto il mondo, canti e una
miriade di luci, come “fiaccole di speranza” a rischiarare le prime ombre della notte.
I giovani manifestano la loro gioia e soprattutto il loro affetto per Benedetto XVI
scandendone il nome in italiano.
(Benedetto! Benedetto!)
Tanti
volti sorridenti, qualche lacrima di commozione e poi tanto raccoglimento quando viene
letto il Vangelo in cui Gesù dice: “Voi siete la luce del mondo”. Alcuni giovani danno
la loro testimonianza: appartengono a vari cammini di fede, vogliono seguire il Vangelo.
Il Papa accende delle ciotole che i giovani portano ai loro compagni per diffondere
la luce con migliaia di candele mentre il sole scompare all’orizzonte. Benedetto XVI
parla della notte della vita, la sofferenza degli innocenti, il male che si abbatte
sul mondo nonostante tutti i progressi e il nostro impegno:
Es mag
um uns herum dunkel und finster sein, und doch schauen wir ein Licht: … “Intorno
a noi può esserci il buio e l’oscurità e tuttavia vediamo una luce: una piccola fiamma,
minuscola, che è più forte del buio apparentemente tanto potente ed insuperabile.
Cristo, che è risorto dai morti, brilla in questo mondo, e lo fa nel modo più chiaro
proprio là dove secondo il giudizio umano tutto sembra cupo e privo di speranza”.
Con
la luce di Cristo brillano tante altre luci: “nella fede – afferma il Papa - non siamo
soli, siamo anelli nella grande catena dei credenti” che si aiutano a vicenda con
la vicinanza e l’affetto. “Ma il mondo in cui viviamo, nonostante il progresso tecnico
… non diventa più buono. Esistono tuttora guerre, terrore, fame e malattia, povertà
estrema e repressione senza pietà”. E anche quelli che pretendevano di essere ‘portatori
di luce’, senza Cristo, non hanno creato “alcun paradiso terrestre”, ma “hanno instaurato
dittature e sistemi totalitari, in cui anche la più piccola scintilla di umanesimo
è stata soffocata”. C’è anche un male più nascosto che colpisce l’uomo: “la pigrizia,
la lentezza nel volere e nel fare il bene”:
Immer wieder in der Geschichte
haben aufmerksame Zeitgenossen … “Ripetutamente nella storia persone
attente hanno fatto notare che il danno per la Chiesa non viene dai suoi avversari,
ma dai cristiani tiepidi”.
Il Papa invita i giovani al coraggio
di essere “santi ardenti” e fa un’annotazione:
Immer wieder ist das
Bild der Heiligen karikiert und verzerrt worden, … “L’immagine
dei santi è stata sottoposta a caricatura e presentata in modo distorto, come se essere
santi significasse essere fuori dalla realtà, ingenui e senza gioia. Non di rado si
pensa che un santo sia soltanto colui che compie azioni ascetiche e morali di altissimo
livello e che perciò certamente si può venerare, ma mai imitare nella propria vita.
Quanto è errata e scoraggiante questa opinione!”.
Non esiste alcun
santo, fuorché la beata Vergine Maria – spiega Benedetto XVI - che non abbia conosciuto
anche il peccato e che non sia mai caduto:
Liebe Freunde, Christus
achtet nicht so sehr darauf, wie oft wir im Leben … “ Cari amici,
Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacillate e cadete, bensì
a quante volte vi rialzate. Non esige azioni straordinarie, ma vuole che la sua luce
splenda in voi. Non vi chiama perché siete buoni e perfetti, ma perché Egli è buono
e vuole rendervi suoi amici. Sì, voi siete la luce del mondo, perché Gesù è la vostra
luce. Voi siete cristiani – non perché realizzate cose particolari e straordinarie
– bensì perché Egli, Cristo, è la vostra vita. Siete santi perché la sua grazia opera
in voi”.
(canto)
Prima della Veglia il Papa aveva
incontrato, apprezzandone le tante attività, il Consiglio del Comitato centrale dei
cattolici tedeschi, una grande organizzazione laicale impegnata in campo ecclesiale
e sociale. Benedetto XVI ha espresso il proprio apprezzamento per le tante attività
svolte dal Comitato. La Germania è il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti,
per le donazioni ai Paesi poveri e la Chiesa tedesca è in prima linea negli aiuti.
Tra le varie iniziative ce n’è una particolare: l’esperienza di vivere per un certo
tempo con i poveri in Africa, Asia o America Latina, condividendo la loro vita quotidiana
e in questo modo capire meglio le loro necessità. Rovesciando la situazione, il Papa
si chiede cosa succederebbe se da quei Paesi venissero in Germania per un’esperienza
analoga:
Sie würden hier vieles bewundern, den Wohlstand, die Ordnung
und die Effizienz. … “Qui ammirerebbero tante cose ad esempio il
benessere, l’ordine e l’efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero
anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell’ambito
religioso”.
(canto)
Troverebbero una società permeata
dal relativismo , un relativismo aggressivo contro chiunque affermi “di sapere dove
si trova la verità o il senso della vita”. Una concezione che causa individualismo,
incostanza, anche nei rapporti tra le persone che non trovano più il coraggio di
promettersi fedeltà per tutta la vita, incapacità di fare sacrifici per altri. E sta
diminuendo pure l’impegno altruistico per i bisognosi.
Quali le cause?
“Nel nostro mondo ricco occidentale” – afferma il Papa – “ tante persone sono carenti
dell’esperienza della bontà di Dio”. E fa un esempio: “in Germania la Chiesa è organizzata
in modo ottimo. Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale,
la forza della fede in un Dio vivente?”:
Ich denke, ehrlicherweise
müssen wir doch sagen, daß es bei uns … “Sinceramente dobbiamo …
dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito. Aggiungo: la vera
crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad
un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace”.
Servono
“vie nuove” di evangelizzazione – conclude il Papa – come piccole comunità fondate
sulla centralità dell’Eucaristia, perché le persone possano sentire più vicina la
Chiesa e poter sperimentare la bontà di Dio.