E’ l’ora di liberare con coraggio la Chiesa dai suoi legami materiali e politici:
così il Papa a conclusione del viaggio in Germania
Il Papa ha concluso il suo terzo viaggio in Germania: quattro giorni fitti d’impegni,
che lo hanno portato a Berlino, Erfurt, Etzelsbach e infine a Friburgo. Due gli eventi
storici: il discorso al Bundestag e l’incontro con gli evangelici nel Convento agostiniano
dove visse Lutero. Benedetto XVI ha potuto abbracciare la comunità cattolica dell’Est
e dell’Ovest del Paese e rilanciare il dialogo e l’amicizia con gli ortodossi, gli
ebrei e i musulmani. Questa sera la partenza dall’aeroporto di Lahr e il rientro a
Castel Gandolfo. Il servizio di uno dei nostri inviati in Germania, Sergio
Centofanti:
Giornate
splendide in Germania per l’entusiasmo delle persone, per l’accoglienza cordiale e
per la fede che ha trovato nel suo Paese, nonostante stia fortemente diminuendo la
pratica religiosa: il Papa nella cerimonia di congedo esprime tutta la sua gioia per
questo viaggio apostolico.Occorre tornare alle radici della Buona Novella
di Cristo – afferma – per rispondere alla sete di Dio di tante persone.
Poco prima aveva incontrato al Konzerthaus di Friburgo i cattolici
impegnati. Un discorso molto forte in cui ha espresso con chiarezza la necessità che
la Chiesa cambi: la Chiesa deve cambiare non per adattarsi alla mentalità del mondo
ma, al contrario, per essere più fedele al Vangelo e rispondere alla sete di Dio di
tanti che non sanno più credere. Ricorda come rispose Madre Teresa di Calcutta a chi
gli domandava quale fosse la prima cosa da cambiare nella Chiesa. Disse: “Lei ed io”:
“Questo piccolo episodio ci rende evidenti due cose: da un lato,
la religiosa intende dire all’interlocutore che la Chiesa non sono soltanto gli altri,
non soltanto la gerarchia, il Papa e i Vescovi: Chiesa siamo tutti noi, i battezzati.
Dall’altro lato, essa parte effettivamente dal presupposto: sì, c’è motivo per un
cambiamento. Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti
sono chiamati ad una continua conversione”.
Nel suo sviluppo storico,
c’è una tendenza della Chiesa ad adattarsi ai criteri del mondo, a far prevalere la
forza dell’organizzazione sull’apertura allo Spirito. Così, essa deve sempre di nuovo
distaccarsi dai condizionamenti del mondo, e la storia talora viene provvidenzialmente
in suo aiuto come dimostrano alcuni eventi del passato: “L’espropriazione
di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili – ha sottolineato
- significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità:
essa si spogliava, per così dire, della sua ricchezza terrena e tornava ad abbracciare
pienamente la sua povertà terrena”. Col distacco dai suoi legami materiali,
la missione della Chiesa diventa più “credibile”: “Liberata dai suoi
fardelli materiali e politici … – ha spiegato il Papa - la Chiesa può dedicarsi meglio
e in modo veramente cristiano al mondo intero, può essere veramente aperta al mondo.
Può nuovamente vivere con più scioltezza la sua chiamata al ministero dell’adorazione
di Dio e al servizio del prossimo”.
Non si tratta – precisa Benedetto
XVI – “di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa” ma di riportarla “alla
sua piena identità, togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità
sono convenzioni e abitudini”. La Chiesa, infatti - ha aggiunto - non deve
cercare l’adesione degli uomini per rafforzare “un’istituzione con le proprie pretese
di potere”, ma per condurli a scoprire l’amore di Dio. Per questo deve
presentare la fede cristiana per quello che è, senza accomodamenti: “La
fede cristiana – ha detto con forza il Papa - è per l’uomo uno scandalo sempre e non
soltanto nel nostro tempo. Che il Dio eterno si preoccupi di noi esseri umani, ci
conosca; che l’Inafferrabile sia diventato in un determinato momento afferrabile;
che l’Immortale abbia patito e sia morto sulla croce; che a noi esseri mortali siano
promesse la risurrezione e la vita eterna – credere questo è per noi uomini una vera
pretesa”.
“Questo scandalo, che non può essere abolito se non
si vuole abolire il cristianesimo” – rileva Benedetto XVI -
è purtroppo offuscato da ben altri scandali provocati da coloro che dovrebbero farsi
annunciatori della fede. Così ora – conclude il Papa - c’è “una
ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora … di togliere coraggiosamente
ciò che vi è di mondano nella Chiesa. Questo non vuol dire ritirarsi dal mondo. Ma
una Chiesa alleggerita degli elementi mondani” è capace di parlare in modo credibile
agli uomini.