Myanmar: intesa e unità fra cristiani per la pace e lo sviluppo del Paese
Intesa reciproca e unità: sono i due principi ispiratori del secondo Corso di formazione
sull’ecumenismo, organizzato martedì scorso dall’arcidiocesi di Yangon e al quale
hanno partecipato circa 100 cristiani birmani. Introducendo l’incontro mons. Charles
Bo, arcivescovo della ex capitale del Myanmar, ha sottolineato “il desiderio e la
necessità di promuovere un’intesa reciproca e l’unità” fra i fedeli; secondo il prelato
i due elementi sono fondamentali per “lavorare insieme sulle questioni pastorali e
sociali”. Un appello raccolto da U Tin Maung Win, leader della chiesa Battista nella
cittadina di South Dagon, secondo cui il corso di formazione “aiuta il dialogo, la
discussione in seno alle chiese cristiane e favorisce il lavoro nel futuro”. Durante
l’incontro - riporta l'agenzia AsiaNews - i leader religiosi hanno ricordato più volte
l’importanza di un coinvolgimento della comunità cristiana nella costruzione del Paese,
che ha avviato un lento cammino verso principi democratici e riforme economiche dopo
decenni di dittatura militare. Un elemento ripreso dallo stesso arcivescovo Bo, secondo
cui la Chiesa deve svolgere un ruolo attivo – insieme alla leadership politica – nel
perseguire i cambiamenti auspicati nella ex-Birmania. “I leader politici – ha affermato
l’arcivescovo di Yangon – devono assolutamente invitare i leader religiosi a unire
le forze per migliorare la situazione della nazione” ma, aggiunge il prelato, spesso
sembrano non volere questo aiuto. “La religione in Myanmar – continua – è radicata
nel profondo della nostra cultura. Per questo chi si occupa di politica ai massimi
vertici deve saper ascoltare i capi di tutte le religioni”. L’incontro che ha coinvolto
un centinaio di leader cristiani si è tenuto presso la cattedrale anglicana della
Santissima Trinità, in concomitanza con la Giornata internazionale della pace indetta
dalle Nazioni Unite. Daw Yin Yin Maw, presidente del Consiglio delle chiese birmane,
ha invitato i fedeli a “continuare a pregare per la pace nel Paese”. “Non dobbiamo
rimanere isolati – ha commentato la donna – in un periodo di grandi cambiamenti”.
La leader cristiana giudica in modo “positivo” i passi intrapresi, anche se vengono
compiuti con molta “lentezza” e la direzione futura “non è molto chiara”. (R.P.)