2011-09-23 14:15:23

Ghana: mons. Naameh parla dei rischi per la libertà religiosa in un Paese modello per l'Africa


L’arcivescovo di Tamale, nel nord del Ghana, mons. Phillip Naameh, esprime la preoccupazione della Chiesa locale per il deteriorarsi dei rapporti di questa con la comunità musulmana, che finora è stato uno degli esempi più positivi di convivenza interreligiosa nel tormentato continente africano. L’appello è stato raccolto da Aiuto alla Chiesa che soffre e citato dall’agenzia Zenit: “Le relazioni con i musulmani sono sempre state ottime – ha detto il presule – in particolare con i cattolici, al punto che godiamo di un certo margine per l’evangelizzazione”. Questa situazione finora idilliaca si deve anche all’intenso lavoro dei missionari cattolici che hanno sempre avuto come priorità i rapporti con i musulmani che, dal canto loro, sono rimasti impressionati dall’aiuto umanitario prestato dalla Chiesa cattolica ai cittadini ghanesi, indipendentemente dal loro credo religioso, tanto che molti bambini islamici sono stati accolti nelle scuole cattoliche. “Nella mia arcidiocesi – ha aggiunto mons. Naameh – i cattolici costituiscono appena il 2% della popolazione, ma il nostro impatto sulla società è nettamente più importante”. Ora, però, a preoccupare sono gli attacchi ai cristiani avvenuto nella vicina Nigeria e la presenza di gruppi di integralisti che ricevono la loro formazione in Arabia Saudita, Iran o Iraq per tornare, poi, in patria, con forti sentimenti di ostilità verso la minoranza cristiana. (R.B.)







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