Ue: mons. Gadecki invoca "autonomia e cooperazione" tra Stato e Chiesa
Autonomia e cooperazione reciproche: secondo mons. Stanisław Gądecki, arcivescovo
di Poznan (Polonia), deve essere questo il rapporto tra Chiesa e Stato. Nell’omelia
della “messe de rentrée” (messa di ripresa) delle attività dell'Unione europea tenutasi,
nell’ambito del semestre di presidenza polacca, ieri sera a Bruxelles nella cattedrale
dei Santi Michele e Gudula, mons. Gadecki ha osservato: “La Polonia ha avuto l'onore
di presiedere per sei mesi l'Unione europea e noi celebriamo questo evento liturgicamente,
qui a Bruxelles, occasione per riflettere sulla presenza della Chiesa nello spazio
pubblico”. Nel sottolineare “la necessità dell’autonomia dello Stato e della Chiesa,
della vita pubblica e della vita religiosa”, l’arcivescovo di Poznan - riferisce l'agenzia
Sir - ha poi affermato: “Oggi nessuno dei rappresentanti della Chiesa cattolica auspica
un forte legame tra religione e politica, che porterebbe inevitabilmente alla politicizzazione
della Chiesa. Al contrario, proclamando la necessità dell’autonomia, viene proclamata
una situazione in cui la Chiesa - liberata da falsi legami con lo Stato - può dedicarsi
ai suoi propri fini. Uno di questi obiettivi – ha tuttavia chiarito - è la realizzazione
di compiti pubblici. Quindi, quando si predica l'autonomia istituzionale, si deve
tener presente la necessità di una cooperazione in molti ambiti della vita umana”.
Secondo mons. Gadecki, “la Chiesa deve impegnarsi nei settori dell'istruzione scolastica
e dei servizi sociali (asili, ospedali, case di cura), affrontare la questione di
un equo e umano sistema del lavoro e preoccuparsi per la pace e lo sviluppo sostenibile”.
Oggi, ammette, “molti potrebbero affermare che è auspicabile” che essa “rimanga in
silenzio e non interferisca nella vita pubblica o nella politica” ma, avverte, “la
Chiesa non può tacere” quando “è in gioco l’inalienabile valore della dignità umana”
e i cristiani “devono essere ‘sale della terra’ anche in relazione alla vita sociale”.
Per l’arcivescovo di Poznan, l’assenza della Chiesa “non solo limiterebbe i diritti
della Chiesa, ma sarebbe dannosa anche per il popolo e per lo stesso Stato. In una
società pluralista e in un moderno Stato democratico la Chiesa non vorrebbe essere
trattata come uno ‘straniero ostile’, ma come entità libera in un Paese libero”. Presenti
alla messa anche mons. André-Joseph Leonard, primate del Belgio; mons. André Dupuy,
nunzio apostolico presso l'Ue; mons. Adrianus Herman van Luyn, vescovo di Rotterdam
e presidente della Commissione episcopati Comunità europea (Comece), e mons. Piotr
Mazurkiewicz, segretario generale dello stesso organismo episcopale. (R.P.)