All’Onu una riunione per contrastare la desertificazione. Greenaccord: serve sviluppo
solidale
Due miliardi di persone vivono in aree a rischio di desertificazione. Per far fronte
a questa drammatica realtà, si tiene oggi al Palazzo di Vetro di New York una riunione
sul tema “Far fronte alla desertificazione, al degrado delle terre e alla siccità,
nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell’eliminazione della povertà”. L’evento
ha ancor più rilievo vista la terribile carestia che sta affliggendo il Corno d’Africa.
Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di Andrea Masullo, presidente
del comitato scientifico dell’associazione “Greenaccord”:
R. - E’ un
fenomeno che esiste in tutti i continenti: il deserto non avanza soltanto in Africa,
ma anche in Cina e nelle Americhe. La cosa grave è che, secondo le previsioni, le
popolazioni che vivranno nelle aree desertiche ammonteranno nel 2050 ad oltre tre
miliardi. Questo sarà per via dell’aggravamento del fenomeno, dovuto ai cambiamenti
climatici. In questa tragedia c’è perciò sicuramente la mano dell’uomo.
D.
- Molto spesso gli eventi naturali hanno in realtà degli effetti catastrofici per
errori o mancanze dell’uomo. Pensiamo ad esempio al Corno d’Africa, dove peraltro
la siccità era stata ampiamente prevista…
R. - Sì. L’uomo è intervenuto
pesantemente sulla modifica delle dinamiche ecologiche, e poi le conseguenze di questi
fatti sono certamente aggravate anche da un’azione errata sul territorio da parte
dell’uomo. Direi che questa è però più una conseguenza dell’economia globalizzata,
che purtroppo vede un flusso di risorse dal Sud povero del mondo verso il Nord. Un
flusso che serve a soddisfare anche bisogni superflui e sprechi e che crea, nei Paesi
poveri, delle economie molto fragili, più esposte a questi fenomeni.
D.
- Da più parti si auspica uno sviluppo sostenibile. Qui il cambiamento - come chiede
anche il Papa nella “Caritas in veritate” - dovrebbe partire dallo stile di vita…
R.
- Certamente. Abbiamo anche il bel messaggio per la Giornata della salvaguardia del
Creato che dice: “In un mondo ospitale educhiamo all’accoglienza”. Ecco, l’azione
dell’uomo e l’attuale economia non sostenibile stanno rendendo il mondo inospitale.
Inoltre - e qui parliamo di ecologia umana - stanno rendendo l’umanità, soprattutto
quella ricca, inaccogliente. Non dimentichiamo che abbiamo centinaia di milioni di
persone considerate "rifugiati ambientali". Si tratta di persone che fuggono da situazioni
ambientali catastrofiche e che noi, purtroppo, respingiamo con poco spirito di accoglienza.
(vv)