I vescovi del Secam: le elezioni in Africa siano libere e democratiche
“È necessario garantire la libertà dei cittadini africani nell’esercizio dei loro
diritti democratici e creare condizioni giuste per la realizzazione di tale obiettivo”:
è quanto affermano i vescovi del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e
Madagascar (Secam), al termine dell’incontro organizzato insieme al Catholic Relief
Service (Crs) e svoltosi ad Accra, in Ghana, dal 12 al 16 settembre. I cinque giorni
di lavori si sono concentrati sul tema “Il ruolo della Chiesa nella promozione di
elezioni pacifiche e credibili in Africa”, argomento quanto mai attuale, considerato
che dodici Paesi africani saranno chiamati alle urne entro la fine dell’anno ed altri
quattordici voteranno nel 2012. Osservando “con costernazione” che spesso le elezioni
in Africa “sono manipolate per soddisfare gli interessi personali o di partito, a
scapito del bene comune”, il Secam ribadisce che “la Chiesa, nella sua missione profetica,
ha un ruolo positivo da svolgere nel processo elettorale, in nome del bene comune”,
ovvero un ruolo di “osservatrice”, che dovrebbe essere “ben accolto”. Naturalmente,
i vescovi africani non nascondono alcune criticità, come il fatto che “certi cristiani
usano ancora le identità etniche in ambito politico, con l’obiettivo di escludere
alcune persone”, o come l’impegno della Chiesa stessa, insieme a quello dei leader
politici, “non sempre sia efficace”, “in favore della pace e dello sviluppo del continente”.
Di qui, l’appello ai responsabili governativi “affinché si applichino coscienziosamente
alla gestione del potere e tutelino il bene comune dagli interessi personali, etnici,
religiosi o dei singoli partiti”. Allo stesso tempo, la Chiesa stessa viene esortata
a “creare una maggiore presa di coscienza del bisogno di unità, al di là di tutte
le frontiere”. Poi, il messaggio del Secam riporta con dovizia le principali cause
delle violenze elettorali che si verificano frequentemente in Africa: la mancata volontà
politica di mettere in atto le riforme democratiche, la gestione niente affatto imparziale
degli organi elettorali, l’analfabetismo, la povertà e l’inadeguata educazione civica
dei cittadini, la manipolazione delle identità etniche e, in ultimo, le “cattive influenze
esterne”. I vescovi africani riconoscono anche “il ruolo importante che i mass media
possono giocare nei processi elettorali”, poiché “le piattaforme mediatiche ormai
sono sempre più utilizzate”. Purtroppo, però, in diverse occasioni i media stessi
sono stati usati “per promuovere l’odio e la violenza”, attraverso la diffusione di
“messaggi schierati dal punto di vista etnico e politico”. Alla luce di tutto questo,
il Secam e il Crs propongono alcune “raccomandazioni”: la promozione dell’educazione
civica, il rafforzamento del dialogo ecumenico ed interconfessionale, un maggiore
impegno nella società civile da parte delle donne e dei giovani, la ratifica dei protocolli
regionali e dell’Unione Africana sulle elezioni, la realizzazione, da parte della
Chiesa, di attività che promuovano elezioni pacifiche e una buona governance. I vescovi
auspicano, quindi, elezioni trasparenti, credibili ed obiettive, e chiedono ai mass
media di “aderire al Codice deontologico professionale, dando prova di una grande
autoregolamentazione, al fine di diffondere l’armonia tra i popoli”. Infine, l’invito
conclusivo è ad utilizzare al meglio le risorse della Chiesa del continente, “per
sostenere l’edificazione della pace”. (A cura di Isabella Piro)