2011-09-19 08:52:12

I vescovi del Secam: le elezioni in Africa siano libere e democratiche


“È necessario garantire la libertà dei cittadini africani nell’esercizio dei loro diritti democratici e creare condizioni giuste per la realizzazione di tale obiettivo”: è quanto affermano i vescovi del Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam), al termine dell’incontro organizzato insieme al Catholic Relief Service (Crs) e svoltosi ad Accra, in Ghana, dal 12 al 16 settembre. I cinque giorni di lavori si sono concentrati sul tema “Il ruolo della Chiesa nella promozione di elezioni pacifiche e credibili in Africa”, argomento quanto mai attuale, considerato che dodici Paesi africani saranno chiamati alle urne entro la fine dell’anno ed altri quattordici voteranno nel 2012. Osservando “con costernazione” che spesso le elezioni in Africa “sono manipolate per soddisfare gli interessi personali o di partito, a scapito del bene comune”, il Secam ribadisce che “la Chiesa, nella sua missione profetica, ha un ruolo positivo da svolgere nel processo elettorale, in nome del bene comune”, ovvero un ruolo di “osservatrice”, che dovrebbe essere “ben accolto”. Naturalmente, i vescovi africani non nascondono alcune criticità, come il fatto che “certi cristiani usano ancora le identità etniche in ambito politico, con l’obiettivo di escludere alcune persone”, o come l’impegno della Chiesa stessa, insieme a quello dei leader politici, “non sempre sia efficace”, “in favore della pace e dello sviluppo del continente”. Di qui, l’appello ai responsabili governativi “affinché si applichino coscienziosamente alla gestione del potere e tutelino il bene comune dagli interessi personali, etnici, religiosi o dei singoli partiti”. Allo stesso tempo, la Chiesa stessa viene esortata a “creare una maggiore presa di coscienza del bisogno di unità, al di là di tutte le frontiere”. Poi, il messaggio del Secam riporta con dovizia le principali cause delle violenze elettorali che si verificano frequentemente in Africa: la mancata volontà politica di mettere in atto le riforme democratiche, la gestione niente affatto imparziale degli organi elettorali, l’analfabetismo, la povertà e l’inadeguata educazione civica dei cittadini, la manipolazione delle identità etniche e, in ultimo, le “cattive influenze esterne”. I vescovi africani riconoscono anche “il ruolo importante che i mass media possono giocare nei processi elettorali”, poiché “le piattaforme mediatiche ormai sono sempre più utilizzate”. Purtroppo, però, in diverse occasioni i media stessi sono stati usati “per promuovere l’odio e la violenza”, attraverso la diffusione di “messaggi schierati dal punto di vista etnico e politico”. Alla luce di tutto questo, il Secam e il Crs propongono alcune “raccomandazioni”: la promozione dell’educazione civica, il rafforzamento del dialogo ecumenico ed interconfessionale, un maggiore impegno nella società civile da parte delle donne e dei giovani, la ratifica dei protocolli regionali e dell’Unione Africana sulle elezioni, la realizzazione, da parte della Chiesa, di attività che promuovano elezioni pacifiche e una buona governance. I vescovi auspicano, quindi, elezioni trasparenti, credibili ed obiettive, e chiedono ai mass media di “aderire al Codice deontologico professionale, dando prova di una grande autoregolamentazione, al fine di diffondere l’armonia tra i popoli”. Infine, l’invito conclusivo è ad utilizzare al meglio le risorse della Chiesa del continente, “per sostenere l’edificazione della pace”. (A cura di Isabella Piro)







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