Scontro sulle intercettazioni. Berlusconi: "nulla di cui vergognarmi". L'opposizione
chiede le dimissioni
In Italia il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto sapere che lunedì
sarà in aula per l’udienza del processo Mills. Il premier ha invece ribadito che non
intende presentarsi senza i suoi avvocati all’interrogatorio chiesto dai pubblici
ministeri di Napoli. Nell’inchiesta sul presunto ricatto subito dal premier per mano
dell’imprenditore Tarantini, Berlusconi compare solo come “parte offesa”. Ci sono
poi le trascrizioni delle intercettazioni che farebbero parte dell'informativa della
Guardia di Finanza depositata dalla procura di Bari. Sono state pubblicate dagli organi
di stampa nelle ultime ore: secondo le indiscrezioni, emerge un giro di prostituzione
e appalti attorno alle cene organizzate nella Villa di Arcore di proprietà del premier
Berlusconi. In una nota congiunta, i capigruppo del Pdl di Camera e Senato, Fabrizio
Cicchitto e Maurizio Gasparri parlano di “situazione molto grave e preoccupante” e
chiedono ai vertici del Csm di esercitare la massima vigilanza” perché non siano pubblicate
conversazioni “irrilevanti ai fini penali ma altamente lesive della privacy e dignità
delle persone”. E in molti nel Pdl invocano la legge sulle intercettazioni e sanzioni.
Tra le file dell’opposizione si continuano a chiedere le dimissioni del premier. In
una lettera al quotidiano “Il Foglio”, Berlusconi scrive: “Non ho fatto nulla di cui
debba vergognarmi” e ribadisce la sua volontà di "non molllare".