Libia: insorti respinti da Bani Walid, si combatte a Sirte
Continuano gli scontri tra ribelli e lealisti nelle ultime roccaforti dell’ex regime
del colonnello Gheddafi in Libia. Ieri le forze del Consiglio nazionale di transizione
sono entrate a Sirte, prendendo il controllo dell’aeroporto e di alcuni quartieri.
L’attacco a Bani Walid è stato invece respinto dalle truppe lealiste. Intanto sul
fronte diplomatico anche l’Onu apre alla nuova Libia. Il servizio di Fabrizio Angeli:
È più
difficile del previsto la conquista degli ultimi feudi di Gheddafi da parte dei ribelli
libici. Il nuovo Consiglio nazionale di transizione ha già in mano la capitale Tripoli
e gran parte del Paese, ma a Bani Walid e Sirte si combatte ancora strada per strada.
Ieri la bandiera della nuova Libia è stata vista sventolare sul quartier generale
del governo a Sirte, ma le forze del leader Jibril non hanno ancora il pieno possesso
di una città molto importante anche dal punto di vista simbolico. Luogo natale del
colonnello Gheddafi alle porte del deserto del Sahara, tradizionale luogo di passaggio
dei beduini, l’ex rais l’ha trasformata dagli anni del golpe del 1969 nella vetrina
della sua Rivoluzione. Nuove infrastrutture militari e civili, università. Qui riceveva
i leader stranieri, in una grande tenda beduina. Nel maestoso centro congressi ospitò
nel 1999 i vertici politici del Continente per la costituzione dell’Unione Africana.
Oggi, quegli stessi leader rifiutano di riconoscere il governo degli insorti, che
è invece appoggiato dall’Occidente, alla ricerca di stabilità politica ed economica.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha già approvato una riduzione delle sanzioni contro
la nuova Tripoli mentre l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il
Cnt come legittimo rappresentante della Libia al Palazzo di Vetro. E dopo le visite
di Sarkozy e Cameron, martedì il presidente Jalil incontrerà anche l’americano Obama.
Probabilmente con un nuovo governo di transizione già nominato.
Ancora
morti in Siria mentre la Croce Rossa chiede rispetto per il personale I 44
siriani uccisi ieri dal fuoco delle forze fedeli al presidente Bashar al Assad nel
29.mo venerdì consecutivo di proteste anti-regime fanno salire a quasi 3000 il numero
dei morti dall'inizio delle manifestazioni e, secondo altre fonti, a 3400. Intanto
il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) denuncia che un volontario della
società siriana della Mezzaluna rossa è morto in seguito alle ferite subite in servizio
la settimana scorsa a Homs e deplora mancato rispetto per la vita del personale dei
servizi medici in Siria.
Dai vertici militari pachistani no al ritiro della
Nato dall’Afghanistan nel 2014 La data fissata dalla Nato per la fine del ritiro
delle truppe internazionali dall’Afghanistan è troppo ravvicinata e non può funzionare.
Lo ha dichiarato il comandante in capo dell'esercito del Pakistan durante un vertice
Nato a Siviglia. Un portavoce talebano intanto ha dichiarato che l’attentato dei giorni
scorsi contro la “zona verde” di sicurezza di Kabul è stato progettato nel Paese,
e non all’estero come ipotizzato da fonti americane. “Metà del territorio afghano
è sotto il nostro controllo – ha dichiarato il portavoce – per cui non abbiamo bisogno
né della mente né del territorio di altri”. Nell’attacco, durato venti ore, sono morte
27 persone fra civili, agenti di polizia e kamikaze.
Ue e Usa alle prese
con la crisi: concluso stamane l’Ecofin Botta e risposta tra Europa e Stati
Uniti al vertice Ecofin di Breslavia, in Polonia, conclusosi stamani in anticipo:
i ministri delle Finanze hanno lasciato la città un'ora prima del previsto per non
restare bloccati da una manifestazione dei sindacati contro l'austerity. Gli Stati
Uniti accusano il vecchio continente di poca compattezza in un momento di crisi economica
così delicato come quello attuale. Da Breslavia, Giovanni Del Re:
Troppe divisioni,
ed il conflitto fra governi e Banca centrale sono molto dannosi per gli europei. Il
segretario di Stato americano, Timothy Geithner, non ha esitato ieri ad ammonire duramente
gli europei: troppo litigiosi, anche di fronte alla crisi del momento. Geithner ha
inoltre esortato a nuove misure di stimolo dell’economia e a rafforzare il fondo salva-Stati
dell’Ue. Entrambe le richieste, però, sono state respinte dalla controparte: “Non
discutiamo dell’aumento del fondo con non membri dell’Ue” ha replicato gelido il presidente
dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Dal canto suo l’americano ha respinto l’idea
di una tassa sulle transazioni finanziarie. Ieri, dalla riunione, è emerso anche il
rinvio del via libera alla tranche da otto miliardi di euro per Atene; sarà deciso
ad ottobre, in attesa di vedere se davvero il governo ellenico rispetterà gli impegni,
mentre la Finlandia continua a chiedere garanzie aggiuntive per nuovi aiuti. Da registrare
però l’annuncio ufficiale dell’accordo fra Parlamento europeo e Stati membri sul rafforzamento
delle misure di sorveglianza sui conti pubblici e i vari Paesi sulle sanzioni per
gli indisciplinati.
Elezioni in Lettonia: secondo i sondaggi, vincente
un partito russofono Importanti elezioni legislative oggi in Lettonia. Nel
Paese ex sovietico del Mar Baltico il momento è cruciale e sono molte le istanze tra
la popolazione che, in questo momento di crisi economica, guardano al recente passato.
La novità potrebbe essere l’affermazione del partito russofono Armonia. Ci riferisce
Giuseppe D’Amato:
Per la prima
volta dall’indipendenza dall’Urss nel 1991, un partito russofono ha la possibilità
di diventare la formazione più votata nel Paese baltico o, addirittura, di entrare
a far parte del nuovo governo. Questo perlomeno affermano i sondaggi, che segnalano
come indecisi ben un terzo degli elettori. Il sindaco di Riga, il giovane Nils Ušakov,
ha tutte le carte in regola – dicono gli analisti – per ottenere anche il voto dei
lettoni etnici e non solo quello dei russofoni. I primi dovrebbero certamente dividersi
fra i loro tre partiti più popolari: quello dell’Unità del premier uscente Dombrovskis,
il riformista dell’ex presidente Zatlers ed il nazionalista per la patria. Armonia
di Usakovs è per una più lenta integrazione europea e per maggiori spese sociali.
La crisi economica del 2007-2008 ha colpito duramente il Paese baltico.
Nelle
prime pagine dei giornali italiani, il caso intercettazioni del premier In
Italia il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto sapere che lunedì sarà
in aula per l’udienza del processo Mills. Il premier ha invece ribadito che non intende
presentarsi senza i suoi avvocati all’interrogatorio chiesto dai pubblici ministeri
di Napoli. Nell’inchiesta sul presunto ricatto subito dal premier per mano dell’imprenditore
Tarantini, Berlusconi compare solo come “parte offesa”. Ci sono poi le trascrizioni
delle intercettazioni che farebbero parte dell'informativa della Guardia di Finanza
depositata dalla procura di Bari. Sono state pubblicate dagli organi di stampa nelle
ultime ore: secondo le indiscrezioni, emerge un giro di prostituzione e appalti attorno
alle cene organizzate nella Villa di Arcore di proprietà del premier Berlusconi.
In una nota congiunta, i capigruppo del Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto
e Maurizio Gasparri parlano di “situazione molto grave e preoccupante” e chiedono
ai vertici del Csm di esercitare la massima vigilanza” perché non siano pubblicate
conversazioni “irrilevanti ai fini penali ma altamente lesive della privacy e dignità
delle persone”. E in molti nel Pdl invocano la legge sulle intercettazioni e sanzioni.
Tra le file dell’opposizione si continuano a chiedere le dimissioni del premier. In
una lettera al quotidiano “Il Foglio”, Berlusconi scrive: “Non ho fatto nulla di cui
debba vergognarmi” e ribadisce la sua volontà di "non molllare". (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza e Fabrizio Angeli)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LV no. 260