2011-09-17 13:56:17

Carestia nel Corno d’Africa: migliora la situazione nei campi profughi


Con il consistente arrivo degli aiuti umanitari è in via di miglioramento la situazione dei campi profughi allestiti in Etiopia e Kenya per accogliere la popolazione somala in fuga dalla carestia. Secondo una nota dell’Alto commissariato della Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), la fornitura dei servizi sanitari e di nutrizione e la campagna di vaccinazione contro il morbillo, completata due settimane fa, hanno avuto come risultato la netta diminuzione del tasso di mortalità e di malnutrizione all’interno dei campi di accoglienza. In particolare in tutti i campi dell’area di Dollo Ado, in Etiopia, il tasso complessivo di malnutrizione si attesta ora al 35% poiché i programmi di alimentazione nutrizionale per bambini rifugiati sono riusciti a raggiungere i casi più vulnerabili. E si guarda con più ottimismo al futuro anche perché è fortemente diminuito il flusso di sfollati provenienti dalla Somalia. I nuovi arrivati riferiscono tuttavia agli operatori Unhcr che le condizioni in Somalia sono ancora precarie: la maggior parte del bestiame è morto e il cibo è difficile da reperire. Eppure si sta registrando anche un calo degli spostamenti interni verso la capitale Mogadiscio, dove ad agosto sono arrivate 5000 persone contro i 28mila arrivi di luglio. Nella capitale somala, il ritiro del gruppo armato degli integralisti islamici Shebab - che si oppone al governo federale di transizione - non si è però direttamente tramutato in un miglioramento delle condizioni di sicurezza a causa del vuoto di potere creatosi. In particolare, continua a destare preoccupazione l’incidenza di diarrea e morbillo tra gli sfollati. Per questo motivo l’Unhcr ha intrapreso una serie di missioni volte a verificare la situazione in alcuni degli oltre 180 accampamenti di fortuna della capitale somala nei quali è stata effettuata la distribuzione di aiuti d’emergenza. Inoltre, traendo insegnamento dall’esperienza della carestia del 1992, quando il tasso di mortalità infantile raggiunse il suo apice con il tempo più freddo e le piogge nel mese di ottobre, l’Unhcr sta collaborando con l’Unicef nella distribuzione di circa 60.000 coperte per mitigare gli effetti del tempo e i rischi di ipotermia negli insediamenti nell’area di Mogadiscio e nelle regioni limitrofe. In prima linea negli aiuti sono anche i missionari Salesiani che hanno lanciato la campagna “Emergenza Somaly Region”, volta a prestare assistenza a quasi 4 milioni di persone che vivono nei campi profughi della della Somaly Region etiope, dove ogni giorno arrivano oltre un migliaio di persone per chiedere aiuto. Secondo i religiosi “la carestia nel Corno d’Africa non è causata solo dalla grave siccità, ma anche dal prezzo esorbitante di cibo e di ogni altra esigenza” e avvertono anche come la situazione stia diventando insostenibile “perché quando il cibo non arriva a tutti, nascono litigi”. Al momento le Missioni salesiane stanno lavorando per fornire oltre 2.000 razioni di cibo giornaliere e 10.000 litri di acqua due volte al giorno. (M.G.)







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