Nel comune ligure di Sarzana, la presentazione del primo volume sulla "Storia della
Biblioteca Vaticana"
Dopo la presentazione tenutasi a Roma lo scorso 7 aprile, il primo volume della serie
"Storia della Biblioteca Vaticana" verrà di nuovo presentato domani a Sarzana. Interverrà,
tra gli altri, mons. Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Il comune ligure, città natale di Papa Niccolò V fondatore della Biblioteca Vaticana,
da oltre 15 anni collabora con questa Istituzione vaticana per promuovere gli studi
sul Pontefice. Ascoltiamo, al microfono di Fabio Colagrande, il prof.Antonio Manfredi, curatore del primo volume della Storia della Biblioteca Vaticana:
R. – Abbiamo
deciso di presentare il volume a Sarzana perché è la patria di Niccolò V, il Papa
fondatore della Biblioteca, ma non solo per questo. In questi anni, Sarzana ci ha
veramente aiutato – mi riferisco a noi della Biblioteca - a riscoprire la figura di
questo Pontefice, che è stato sempre al centro di questi studi ma che, in qualche
modo, era entrato in un ambito un po’ più ampio. A questo punto si è fatta la scelta
di presentare, anche attraverso la presenza del direttore dei Musei, il prof. Antonio
Paolucci, il primo volume della Storia della Biblioteca nel luogo di nascita e con
un carattere di presentazione un po’ più attento all’aspetto scientifico del libro.
D.
– Libro che ovviamente, essendo il primo della serie, si occupa proprio dei secoli
in cui nasce la Biblioteca Vaticana. Vuole ricordarci la struttura di questo volume?
R.
– Non abbiamo voluto predisporre un volume ad una voce sola, ma piuttosto un volume
frutto di un cammino interno di studi che valorizzasse la nascita della Biblioteca,
i suoi primi 70 anni, dal 1450 al 1530 circa, anni in cui la struttura nasce e si
consolida. Questo è stato fatto attraverso una pluralità di voci, in modo che venisse
fuori sia un aspetto di sintesi e di divulgazione per far conoscere nella sua complessità
quest’istituzione, sia di pluralità di voci. Abbiamo voluto far parlare i documenti
attraverso studiosi specifici che li conoscono in modo un po’ più attento, ognuno
per ogni aspetto.
D. – Prima della fondazione della Biblioteca Vaticana
– il volume lo racconta – esistevano già delle biblioteche papali. Come nasce, dunque,
l’intuizione di Papa Niccolò V di creare la Biblioteca Apostolica Vaticana?
R.
– La Biblioteca Vaticana è l’ultimo anello di una grande catena di biblioteche pontificie
che affondano le loro radici nell’antichità, nei primi secoli del cristianesimo. La
differenza fondamentale qual è? E’ l’aver colto lucidamente un passaggio culturale:
l’umanesimo. Un umanesimo che non è semplicemente il mettere al centro l’uomo ed il
portare la propria attenzione – che è già molto – sulla storicità del passato, ma
è un qualcosa in più. E’ fornire di nuovi strumenti un nuovo modo di studiare. La
Biblioteca Vaticana è stata uno dei primi strumenti di questo nuovo approccio alla
ricerca della verità e degli studi.
D. – L’interesse di questo primo
volume è che, come gli altri, non ricostruisce solo le vicende storiche di quest’Istituzione
vaticana, ma ci narra l’evoluzione e la storia della cultura in questi due secoli,
il 1400 ed il 1500...
R. – La Biblioteca, proprio per quel carattere
nuovo e sperimentale con cui è nata, è diventata un paradigma, un esempio per tante
altre biblioteche. Lo dice chiaramente, ad esempio, uno dei documenti pontifici più
importanti, la bolla “Ad decorem militantis Ecclesiae”, in cui la Biblioteca viene
mostrata come esempio per le biblioteche del mondo cristiano del tempo. E’ chiaro
che studiando la Biblioteca Vaticana si è in qualche modo chiamati a confrontare quest’istituzione
in cui convergono libri e studiosi. Uno dei caratteri innovativi della Biblioteca
Vaticana del tempo è il fatto di essere una biblioteca pontificia ma da subito aperta
agli studiosi in quanto tali, non necessariamente studiosi o personalità della Curia,
ma anche ai dotti del tempo. (vv)