2011-09-16 14:27:24

In Australia, acceso dibattito sui richiedenti asilo: la Chiesa difende la dignità umana


Il governo australiano continua la sua politica di rimpatrio di richiedenti asilo. Alla fine di agosto, la Corte Suprema australiana ha dichiarato illegale un accordo fatto con la Malesia. La chiesa australiana chiede rispetto della dignità delle persone. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

La Corte suprema australiana ha affermato che non si possono rimandare in Malesia i richiedenti asilo perché questo Paese non ha firmato la convenzione Onu sui rifugiati. L’accordo concluso a luglio con Kuala Lumpur prevedeva il trasferimento in Malesia di 800 richiedenti asilo in Australia, in cambio di 4000 migranti il cui status di rifugiato era già stato riconosciuto. Ma così Canberra avrebbe violato il diritto internazionale in quanto non avrebbe potuto garantire i diritti dei profughi mandati in Malesia. L’Australia contava sull’accordo per scoraggiare i profughi dall’affidarsi ai trafficanti di uomini. Ma qualunque politica di contenimento deve rispettare i più basilari diritti umani. Il commento di padre Maurizio Pettenà direttore dell’Ufficio migranti della conferenza episcopale australiana, raccolta da Christopher Wells, della nostra redazione inglese:

“L’Australia è un Paese che non si può definire se non a partire proprio dall’immigrazione e dal multiculturalismo. Inoltre il Paese ha un eccellente record per quanto riguarda la presenza di Ong – che sono oltre 200 – e di organizzazioni caritative che sono pronte ad aiutare e a facilitare questa opera di accoglienza”.

Alla fine di agosto decine di afghani richiedenti asilo sono scappati da un centro di detenzione nel nord dell’Australia e hanno protestato contro i tempi delle procedure per le richieste dello status di rifugiati. Non è stato l’unico episodio. Ancora padre Maurizio Pettenà.

“La Chiesa australiana è contraria al concetto di detenzione perché la detenzione è per i criminali e le persone che vengono per chiedere asilo vengono per chiedere protezione, vengono perché loro stessi cercano di scappare da situazioni che sono criminali nei loro confronti. Sono persone che stanno scappando da situazioni di violenza nei loro confronti e non possono permettersi il lusso di andare a un’ambasciata, di chiedere un visto, di chiedere un passaporto, perché sono privi di documenti. A volte restano 6 mesi o un anno nei centri.”

Negli ultimi anni il numero di stranieri in ingresso è diventato problematico. Quest’anno sono già arrivati almeno 75 barconi per un totale di 3.500 migranti:

“Penso per esempio ai bambini che vengono non accompagnati dai loro genitori: i genitori cercano una salvezza per i loro figli in questo modo. Questo interpella certamente la coscienza etica di ogni persona di buona volontà ma senza dubbio per i discepoli di Cristo non è possibile negoziare l’opzione di aiutare i bambini”.

L’appello della Chiesa è chiaro così come è chiara una raccomandazione: deve essere una questione umanitaria e non deve essere strumentalizzata a livello politico.







All the contents on this site are copyrighted ©.