Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ricorda il cardinale Văn Thuận a nove anni
dalla morte
Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della
Giustizia e della Pace, ha celebrato oggi nella sede del dicastero a Roma, una Messa
a nove anni dalla morte del cardinale François-Xavier Nguyễn Văn Thuận. Il porporato
vietnamita passò ben 13 anni nelle prigioni del suo Paese, di cui nove in totale isolamento.
Non impazzì – dirà dopo - grazie alla preghiera dell’Ave Maria. Nel 1998, Giovanni
Paolo II lo nominò presidente di "Giustizia e Pace". Attualmente è in corso il processo
di Beatificazione. Sulla figura del cardinale Văn Thuận, ascoltiamo mons. Paul
Phan van Hien, da lui ordinato sacerdote clandestinamente in Vietnam 31 anni fa
e oggi responsabile di "Giustizia e Pace" per l’Asia e il Medio Oriente. L’intervista
è di Sergio Centofanti:
R. - Io penso
che la speranza sia stata la cosa più importante nella vita del cardinale Văn Thuận:
è riuscito a sopravvivere a tanti anni di carcere proprio grazie alla speranza. In
lui era molto forte la fede nell’amore di Dio e la fiducia nella Provvidenza.
D.
- Che cosa ricorda, personalmente, del cardinale Văn Thuận?
R. - Era
una persona molto, molto semplice. Il rapporto che c’è stato fra me e lui è stato
realmente quello tra un padre e un figlio. Ma non era così soltanto con me, perché
lui considerava tutti gli altri come suoi amici e suoi figli. Riusciva sempre a portare
forza e speranza agli altri.
D. - Aveva un rapporto particolare anche
con i suoi carcerieri: li ha anche perdonati…
R. - Certamente! Proprio
perché aveva grande fiducia nell’amore di Dio, aveva anche grande fiducia negli altri:
credeva che le persone potessero sempre cambiare e pregava per gli altri, affinché
potessero cambiare e diventare persone buone.
D. - Che cosa significa
per la Chiesa in Vietnam la figura del cardinale Văn Thuận?
R. - Tutti
i cattolici in Vietnam conoscono bene la sua vita, leggono i suoi libri, che veramente
amano molto, cercando di imitare la sua vita.
D. - La Chiesa in Vietnam
come vive oggi?
R. - Certamente un po’ meglio rispetto al passato. Le
chiese sono sempre aperte e ci sono tanti fedeli. Adesso anche le ordinazioni dei
preti sono facili: abbiamo ancora tante vocazioni di religiosi e di sacerdoti. Pensiamo
anche alle missioni nei Paesi vicini, come in Laos o in Cambogia, e possiamo inviare
missionari in questi Paesi. La Chiesa in Vietnam sta crescendo. (mg)