Alluvioni in Pakistan: cristiani e dalit discriminati nella distribuzione degli
aiuti
Sono già sei milioni gli sfollati, 200mila i senzatetto e un milione e 700mila gli
acri di terreno coltivabile inghiottiti dall’acqua: questi i numeri dell’alluvione
che, da giorni, insiste sul Pakistan meridionale e ha colpito, in particolare, la
regione del Sindh. Le previsioni meteorologiche, inoltre, non accennano a migliorare:
le piogge torrenziali proseguiranno, si aspettano inondazioni e si teme che alcuni
terreni resteranno sommersi per mesi, come già avvenuto l’anno scorso, quando un’altra
alluvione devastò parte del Paese. Una delle questioni più gravi riguarda la discriminazione
nella distribuzione degli aiuti umanitari, ai danni di famiglie cristiane e di indù
dalit, i cosiddetti “intoccabili”. A denunciarla all’agenzia Fides è padre Samson
Shukardin, vicario generale della diocesi di Hyderabad e direttore diocesano della
Commissione Giustizia e Pace: “Siamo in piena emergenza – ha detto – e su 16 parrocchie
tutte hanno chiesto aiuto e Caritas e Ong stanno distribuendo aiuti alimentari, medicinali
e tende, ma la gente è molto provata e scoraggiata”. Anche il vescovo della diocesi,
mons. Max John Rodrigues, è rimasto vicino alla popolazione e ha esortato ad avere
fiducia nel Signore e a confidare nell’aiuto del prossimo. Episodi di discriminazioni
sono stati registrati anche nel distretto di Badin, al confine con l’India, dove sono
stati allestiti due campi profughi, dai quali alcuni cristiani sarebbero stati rifiutati
e indirizzati verso i missionari occidentali. Migliaia di persone, quindi, soprattutto,
appunto, dalit, vivono a cielo aperto nonostante le piogge continuino e si calcola
che già due milioni di persone siano affette da patologie connesse con la situazione
in cui sono costrette a vivere, quali malaria e dissenteria, mentre si sono verificati
anche settemila casi di morsi di serpente. Le Ong attive nell’area si sono mobilitate
per chiedere l’intervento del ministro provinciale per le Minoranze religiose, Lal
Kohistani. AsiaNews riferisce che anche il premier Gilani ha annullato il suo viaggio
a New York per l’assemblea generale dell’Onu e si recherà a breve nel Sindh, dove
coordinerà gli aiuti alla popolazione, dopo le critiche che vennero rivolte al governo
l’anno scorso per il mancato sostegno alle vittime e per i ritardi accumulati nelle
operazioni di recupero. (A cura di Roberta Barbi)